"In Italia, nel settore tecnologico,
la percentuale femminile è pari al 16%, principalmente a causa
della mancanza di quote rosa nelle facoltà per lauree Stem.
Questo comporta il rischio che la trasformazione digitale sia
orientata da esigenze unicamente maschili". Lo ha dichiarato
Stefania Pompili, ceo Sopra Steria Italia, durante un convegno
"Lavoro e parità di genere, a che punto siamo? Strategie,
traguardi e prospettive", che si è tenuto a Roma presso la
scuola di Economia e Studi Aziendali. "Il tema è fortemente
culturale. C'è un bias profondo nella nostra società che insiste
e persiste".
"Un tema- ha proseguito Pompili- che diventa allarmante nel
campo dell'Intelligenza Artificiale, dove solo il 26% dei
professionisti è donna. Il coinvolgimento e l'impegno delle
aziende diventano quindi cruciali. In Sopra Steria abbiamo
organizzato seminari incentrati su gender & diversity e grazie
al lavoro fatto sul piano del monitoraggio abbiamo assunto nuovi
talenti femminili (il 40% sul totale delle nuove assunzioni).
Attualmente, il nostro organico conta su una presenza femminile
pari al 30%: una percentuale superiore alla media del settore.
Questo a dimostrazione che è possibile ottenere una crescita
aziendale inclusiva".
Alle sue parole ha fatto eco la vicepresidente e
co-fondatrice di Comin & Partners, Elena Di Giovanni, che ha
dichiarato: "Diventa infatti sempre più necessario investire
nella "S" che sta per "social" nei criteri cosiddetti "Esg"
(Environmental, social, and governance)".
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