di Chiara Munafò
Dalla Costituzione ai comportamenti
quotidiani. È questo il prossimo passaggio per i principi della
tutela dell'ambiente, della salute e degli interessi delle
future generazioni che dall'8 marzo sono sanciti dalla Carta. I
lavori sono in corso per definire gli aspetti applicativi della
riforma costituzionale e il ministro per le Infrastrutture e la
mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, che ne è stato uno dei
promotori, sta mettendo a punto una procedura che possa essere
applicata non solo alle infrastrutture ma da altri ministeri.
"Con il nuovo progetto di fattibilità tecnica economica tutte
le nuove infrastrutture devono essere accompagnate da una
relazione di sostenibilità", racconta all'evento Asvis Live "La
Costituzione e lo sviluppo sostenibile" dove spiega che il
principio di non nuocere "do not significant harm, che è al
cuore dei progetti europei, lo stiamo travasando sui progetti
basati su fondi nazionali".
Si tratta sia di accelerare la transizione e l'applicazione
del Pnrr, ma anche di evitare ricorsi alla corte costituzionale
e tensioni. Giovannini parla per esempio della necessità di
puntare sulla sostenibilità sociale per "evitare la sindrome
Nimby (non nel mio giardino)", per esempio per le nuove
infrastrutture delle rinnovabili.
Ai vari livelli si sta lavorando in questa direzione. Il
Cipes il comitato interministeriale per la programmazione
economica e lo sviluppo sostenibile sta studiando come valutare
i nuovi progetti rispetto ai 17 obiettivi di agenda 2030 e anche
il Def documento di economia e finanza, dovrà avere un'analisi
rispetto alla sostenibilità ad ampio spettro.
Sarà importante poi la partecipazione del pubblico impiego,
come sottolinea il presidente della Fondazione Astrid, Franco
Bassanini: "abbiamo un sistema di decine di migliaia di
pubbliche amministrazioni diverse, occorre che ciascuna
incorpori questi nuovi principi e obiettivi costituzionali nelle
sua attività", osserva.
Il presidente della Commissione Affari Costituzionali del
Senato, Dario Parrini (Pd), vede nella riforma "una sfida a
tutti gli operatori pubblici, a chi fa le leggi, a chi agisce
nelle istituzioni" per verificare l'impatto ambientale delle
norme e pensa a procedure "snelle, efficaci e avanzate".
Un altro aspetto che emerge dal dibattito è l'importanza del
riferimento alle future generazioni. Il presidente della
Commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia
(M5S), dichiara che "finalmente si è riconosciuto il principio
di giustizia intergenerazionale, con un impatto anche sulle
politiche, che spesso portano a prendere decisioni determinate
dalla tirannia del presente".
"Con la guerra in corso è forte il rischio di abbracciare
soluzioni frettolose che sono in contrasto con i principi
introdotti in Costituzione di tutela dell'ambiente, della
biodiversità e degli ecosistemi", conclude la presidente
dell'Asvis, Marcella Mallen. "La vera sfida che abbiamo davanti
è far prevalere la lungimiranza", aggiunge dicendo che proprio
il conflitto "potrà e dovrà rendere ancora più urgente ed
evidente la necessità di una transizione ecologica.
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