"Le emissioni dei gas, come il
Coronavirus, non si fermano alle frontiere. In entrambe le
emergenze, quella del clima come quella della pandemia, dobbiamo
lavorare come comunità mondiale". Lo ha detto il segretario
generale dell'Onu Antonio Guterres, al Peterberger
Klimadialog, sottolineando che l'unica risposta credibile è "una
guida audace, visionaria e collaborativa". E, al momento,
denuncia la mancanza della necessaria volontà politica.
Per mitigare il rischio climatico, l'appello a tutti i paesi
è a impegnarsi per la neutralità climatica entro il 2050 e a
collaborare per rafforzare la resilienza dei paesi in via di
sviluppo, i meno responsabili della crisi e i più esposti al suo
impatto. Questo richiede un fondi adeguati, a partire dai 100
miliardi di dollari l'anno promessi per gli sforzi di
mitigazione e adattamento, ha osservato Guterres.
Il segretario generale dell'Onu ha quindi incoraggiato
l'Unione europea a mantenere la leadership globale, presentando
entro la fine dell'anno, il contributo, determinato per i
diversi Stati, in linea con l'obiettivo di diventare il primo
continente climate neutral entro il 2050.
"Senza l'impegno dei paesi a più alte emissioni - ha aggiunto
però Guterres - tutti i nostri sforzi rischiano di essere
condannati a fallire". Le prime 20 economie del mondo sono
responsabili dell'80% delle emissioni e dell'85% del Pil
mondiale, "tutte loro - ha rimarcato - devono impegnarsi per la
neutralità climatica".
"Usiamo la ricostruzione dopo la pandemia - ha concluso il
segretario delle Nazioni Unite - per gettare le fondamenta per
un mondo sicuro, sano, inclusivo e più resiliente per tutta la
popolazione".
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