In Italia c'è una segmentazione
sociale tra scuole in base alla condizione socio-economica degli
studenti. I dati del rapporto Ocse-Pisa 2018 mostrano un grado
di segmentazione sociale del nostro dello 0,13 (dove zero è
totale integrazione e 1 totale segmentazione), poco inferiore
alla media dei 36 paesi (0,14).
In particolare nelle scuole pubbliche il valore di
segmentazione sociale è di 0,12, mentre in quelle private è più
del doppio, 0,25, con scuole per più abbienti e per quelli meno.
Invece sarebbe nulla la segmentazione sociale tra scuole
pubbliche e private in Italia, come sottolinea un'analisi di
Tommaso Agasisti, professore ordinario di Public Management
presso il Politecnico di Milano, per l'Istituto Bruno Leoni
(Ibl). L'Ocse sottolinea come la segmentazione delle scuole
rischia di avere un impatto negativo "non solo sull'equità ma
anche, in alcuni casi, nelle performance generale del sistema
scolastico". L'organizzazione invita quindi a politiche che
presentino pesi e contrappesi per contrastare la segmentazione e
misure per garantire la libertà di scelta ai genitori.
"Le politiche dovrebbero fornire supporto mirato alle famiglie
svantaggiante, non solo offrendo assistenza finanziaria ma anche
favorendo gli spostamenti con trasporti pubblici adeguati", si
legge nel rapporto. Inoltre, per evitare "concorrenza sleale"
tra scuole pubbliche e private, l'Ocse ritiene che tutte le
scuole con finanziamenti pubblici dovrebbero avere le stesse
regole sulle rette e le politiche di ammissione.
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