di Monica Paternesi
(ANSA) - ROMA, 05 MAR - Un milione in più in povertà assoluta
nel 2020: 225 mila famiglie ed un calo record dei consumi che
tornano a 21 anni fa. Eccoli gli effetti della pandemia sui
cittadini italiani sferzati da una perdita che ha colpito
maggiormente chi già arrancava (famiglie monogenitoriali, con
figli numerosi e i minori ) ma che questa volta ha intaccato più
il Nord produttivo del Paese, facendo presagire quanto lunga e
incisiva debba essere l'onda della spinta alla ripresa.
A questo punto, secondo le stime preliminari dell'Istat, le
persone in povertà assoluta sono 7,4 milioni, il 9,5% della
popolazione, quasi un italiano su 10. Erano il 7,7% l'anno
precedente.
Le famiglie con figli minori sono colpite maggiormente dalle
conseguenze della crisi, con un'incidenza di povertà assoluta
che sale all'11,6%, mentre la povertà tra i minori di 18 anni
sale da 11,4% a 13,6% -il valore più alto dal 2005 - per un
totale di 1 milione e 346mila bambini e ragazzi poveri. La
situazione peggiora in misura minore anche nelle altre classi di
età, ad eccezione degli ultra sessantacinquenni che anche
questa volta sembrano andati in soccorso alle famiglie con il
"welfare integrativo nonni". Infatti la percentuale di famiglie
con almeno un anziano in condizioni di povertà è quasi stabile
mentre dove gli anziani non sono presenti l'incidenza sale dal
7,3% al 9,1%. L'aumento della povertà inoltre nel 2020 ha
riguardato di più le famiglie con la persona di riferimento
occupata e il Nord passato dal 5,8% al 7,6% a livello familiare
e dal 6,8% al 9,4% in termini di individui, anche se al Sud si
conferma l' incidenza di povertà maggiore, il 9,3%, delle
famiglie e l'11,1% delle persone. Il Centro se la cava meglio
con un'incidenza per le famiglie al 5,5%.
Per i consumi non è andata meglio: il Paese è tornato ai livelli
del 2000 con una spesa media mensile scesa a 2.328 il 9,1% in
meno rispetto ai 2.560 euro del 2019, sostanzialmente in linea
con la diminuzione generale del Pil: hanno tenuto solo i consumi
alimentari con diminuzioni drastiche per Servizi ricettivi e di
ristorazione (-39,0%), Ricreazione, spettacoli e cultura
(-26,5%), Trasporti (-24,6%) e Abbigliamento e calzature
(-23,2%).
"Dati drammatici" sottolinea il neo leader della Cisl Luigi
Sbarra ricordando che servono forti politiche sociali a sostegno
di famiglie, lavoro, investimenti e riduzione delle tasse." È
ancora più urgente investire nelle politiche di contrasto e
potenziare il Reddito di Cittadinanza per rispondere alla nuova
emergenza" afferma l'Alleanza contro la povertà in Italia, di
cui la Cgil fa parte e che invita a concentrarsi su 3 punti:
"tutelare i gruppi più vulnerabili, aumentare le risorse
dedicate, potenziare il reddito di cittadinanza". Urgente
aumentare le politiche a contrasto della povertà, afferma il
segretario confederale della Uil , Luigi Proietti chiedendo un
coordinamento "in maniera più efficace di tutti gli strumenti
fin qui messi in campo. A partire dal Reddito di Cittadinanza e
investendo seriamente nei servizi sociali territoriali".
"Un costo sociale altissimo che l'Italia sta pagando
all'emergenza Covid, perfino peggiore di quello causato dalle
crisi finanziarie", ricorda la presidente dei senatori di Forza
Italia Anna Maria Bernini, mentre da Leu Stefano Fassina chiede
di potenziare il reddito di cittadinanza e da Fdi Ylenja
Lucaselli preme sulla necessità di politiche attive per il
lavoro.
Di dati "vergognosi", "peggiori delle aspettative" parlano le
associazioni dei consumatori che chiedono interventi urgenti a
sostegno del reddito, del lavoro, e per il calo delle tasse.
(ANSA).