Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Eurostat, in Italia oltre 1 lavoratore su 10 rischia povertà

Fra dati più alti in Ue. Sindacati, taglio 2% stipendi dal 2010

Redazione ANSA BRUXELLES

(ANSA) - BRUXELLES, 4 FEB - In Italia oltre un cittadino su dieci (12,2%) è a rischio povertà nonostante abbia un lavoro, una delle percentuali più alte dell'Unione europea. E' quanto emerge dagli ultimi dati pubblicati da Eurostat, secondo i quali dal 2008 al 2018 il tasso di lavoratori a rischio povertà è salito dall'8,6% al 9,5%, con percentuali più alte fra gli uomini (9,9%) rispetto alle donne (9,1%). Chi ha un contratto part-time ha il doppio delle possibilità di trovarsi in condizioni di povertà (15,7%) rispetto agli impiegati a tempo pieno (7,8%). Mentre i lavoratori con contratto a tempo determinato corrono un rischio tre volte più alto (16,2%) di chi ne ha uno a tempo indeterminato (6,1%).
    Importanti differenze si registrano fra i Paesi: le percentuali più alte sono in Romania (15,3%), Lussemburgo (13,5%) e Spagna (12,9%). L'Italia è quarta con il 12,2% e, dopo il Lussemburgo (+4,1%), ha visto l'aumento più alto dal 2008 (+3,2%).
    In base ai dati forniti dalla Confederazione europea dei sindacati (Etuc), l'Italia è anche fra i sei Paesi Ue dove lo stipendio medio dei lavoratori è diminuito in un decennio.
    Secondo Etuc, il 'pacchetto retributivo' (composto dallo stipendio e dai benefit) dei lavoratori italiani, fatti i dovuti aggiustamenti legati all'inflazione, nel 2019 è calato del 2% rispetto al 2010. Oltre che in Italia, il taglio si è registrato anche in Grecia (-15%), Cipro (-7%), Croazia (-5%), Spagna e Portogallo (-4%). (ANSA).
   

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA