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Responsabilità editoriale di ASviS
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Oggi oltre la metà della popolazione mondiale vive nelle aree urbane, ma più di un quarto di queste persone alloggia in baraccopoli. È quanto osserva il Rapporto ASviS 2024 in relazione al Goal 11 “Città e comunità sostenibili”. Sebbene i livelli d’inquinamento dell’aria siano diminuiti in molte regioni del mondo, continuano a superare in modo significativo i limiti raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità, che stima circa 4,2 milioni di morti premature ogni anno a causa dell’esposizione all’inquinamento. Non è un caso che il tema degli alloggi inaccessibili, l’aumento del costo della vita, i cambiamenti climatici e l’inquinamento siano stati gli argomenti portanti del dodicesimo World urban forum che si è concluso l’8 novembre in Egitto.
In Italia i progressi relativi al Goal 11 sono stati limitati. L’indice composito ha mostrato tra il 2010 e il 2022 una stabilità complessiva, influenzata da alcuni miglioramenti, come la diminuzione della percentuale di famiglie che segnalanodifficoltà di accesso ai servizi essenziali (-2,3 punti percentuali) e una riduzione dei feriti negli incidenti stradali (-13 punti percentuali per 10mila abitanti). Tuttavia, questi passi avanti sono stati in parte compensati da un calo nell’uso dei mezzi pubblici (-1,8 punti percentuali) e dell’offerta di posti nel trasporto pubblico locale (-3,4%), oltre che dall'aumento dell’abusivismo edilizio (+2,9 punti percentuali).
Ai ritmi attuali, l’Italia non riuscirà a raggiungere nessuno dei quattro obiettivi quantitativi del Goal 11 entro il 2030. Nonostante alcuni miglioramenti, il nostro Paese difficilmente dimezzerà il numero di feriti per incidenti stradali rispetto al 2019 (Target 11.2) o aumenterà del 20% rispetto al 2010 la capacità del trasporto pubblico locale. A rischio anche la riduzione della popolazione esposta al rischio di alluvioni a meno del 9% (Target 11.5) e il limite di tre giorni all’anno di superamento del PM10 (Target 11.6).
La mobilità attiva, come l’uso della bicicletta, gli spostamenti a piedi o la micro-mobilità, rimane su livelli bassi da oltre 20 anni (intorno al 3-4%), con un trend in peggioramento. Nel 2023 diciotto città italiane su 98 hanno superato sistematicamente i limiti giornalieri di PM10, con Frosinone in testa (70 giorni di sforamento), seguita da Torino (66), Treviso (63), Mantova, Padova e Venezia (62). Alla luce dei nuovi target europei al 2030, il 69% delle città italiane sarebbe “fuorilegge” per il PM10, l’84% per il PM2.5 e il 50% per l’NO2.
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di Andrea De Tommasi
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