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Responsabilità editoriale di ASviS
Responsabilità editoriale di ASviS
di Donato Speroni
N"on è poesia e non è utopia: è la stella polare che dovrebbe guidarci tutti, anche se abbiamo programmi diversi per seguirla: rimuovere quegli ostacoli!"
Nel bellissimo, storico discorso che Liliana Segre ha pronunciato giovedì 13 nel corso della sua presidenza pro tempore del Senato, un’attenzione particolare è stata dedicata all’articolo 3 della Costituzione
"nel quale i padri e le madri costituenti non si accontentarono di bandire quelle discriminazioni basate su 'sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali", che erano state l'essenza dell'ancien regime. Essi vollero anche lasciare un compito perpetuo alla Repubblica: "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese'."
Quando i costituenti scrissero quell’articolo, avevano in mente soprattutto le grandi disuguaglianze tra classi sociali e territori che travagliavano l’Italia del dopoguerra: un’Italia impoverita dalla follia fascista, ma nella quale i giovani avevano la convinzione di potersi costruire un futuro migliore di quello dei loro padri. C’era una grande spinta a migliorare e gli estensori della Carta si preoccuparono di fissare il principio delle pari opportunità, indipendentemente dalle condizioni di partenza.
Oggi l’applicazione di questo principio costituzionale deve guardare innanzitutto ai giovani, che vivono in una società per loro avara di opportunità, più generosa con gli anziani e le categorie lavorative protette, che addirittura impedisce a molti di formarsi una famiglia e avere dei figli. Si parla sempre meno di “lotta di classe”, perché le classi sociali si sono rimescolate e anche la loro caratterizzazione politica è molto più confusa, e sempre più spesso di “divario generazionale”, talvolta addirittura di “conflitto”.
Sembra che la politica si sia accorta dei giovani: per la prima volta i diciottenni votano anche per il Senato; Enrico Letta ha messo diversi "Millennials" in cima alle liste elettorali proporzionali del Pd, anche se questo non gli ha fatto guadagnare suffragi, dopo aver proposto fin dal primo giorno della sua segreteria di dare il voto anche ai sedicenni. Il nuovo Parlamento conta poche donne, ma comunque molte facce nuove, facce con meno rughe. Nella legislatura appena conclusa si è varato un bonus famiglie che dovrebbe favorire la natalità e il governo Draghi aveva allo studio misure per far crescere l’occupazione giovanile.
Soprattutto, la modifica della Costituzione varata quest’anno anche su sollecitazione dell’ASviS, introduce all’articolo 9 “l’interesse delle future generazioni”, seppure formalmente limitata alla tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi. La votazione finale della riforma costituzionale è avvenuta all’unanimità (chi poteva dire di no ai giovani, all’ambiente, agli animali, tutti tutelati dal nuovo principio costituzionale?), ma, come ha ricordato Enrico Giovannini nelle sue conclusioni all’evento che si è svolto mercoledì 12 agli Archivi del Quirinale nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile, già in quel dibattito ci sono stati molti “sì, ma...”. Come a dire: “Noi votiamo la riforma, ma ci garantite che non cambierà niente?”
Contro questo atteggiamento gattopardesco l’ASviS si è fortemente impegnata quest’anno: ha messo la realizzazione del nuovo dettato costituzionale in cima al decalogo presentato ai partiti in campagna elettorale; ha dedicato grande attenzione ai giovani, con proposte concrete, negli interventi dei presidenti Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini; di condizione giovanile si è parlato molto negli eventi del Festival. Ai giovani sarà dedicato l’evento conclusivo, il 20 ottobre: “Verso il 2030. Una nuova generazione di idee si fa spazio”.
Le nuove idee richiedono anche nuove teste, ed è questo rinnovamento che l’ASviS vuole sollecitare con le sue iniziative: non solo agire per i giovani, ma sollecitare i giovani ad agire. Ma i giovani ai quali riusciamo a parlare rappresentano davvero “la nuova generazione”? Consentitemi per un momento di fare l’avvocato del diavolo per mettere a fuoco le sfide che ci attendono.
Nel Segretariato dell’ASviS, nei soggetti aderenti, tra i nostri collaboratori, ci sono centinaia, forse migliaia di giovani capaci, preparati, motivati sui temi che ci appassionano. Non sono affatto “privilegiati figli di papà”, vengono da famiglie in condizioni diverse, e non sono “sdraiati”, per citare un libro di Michele Serra che è diventato anche un film. Non sono neppure “bamboccioni”, così come non lo sono gran parte dei Neet: un insieme che l’Agenda 2030 ci impegna a ridurre, di persone che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in formazione. Raramente si ricorda che dei due milioni di Neet italiani, una metà almeno ha cercato attivamente o sta cercando un lavoro senza trovarlo perché sono concentrati nelle regioni con più alta disoccupazione. Aggiungiamo anche, tra i “non sdraiati”, le centinaia di migliaia di giovani che partecipano ai Fridays for future o ad altre mobilitazioni per la sostenibilità.
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