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In evidenza
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Responsabilità editoriale di ASviS
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La temperatura globale della superficie terrestre e oceanica nel 2021 è stata tra le sei più alte registrate dalla metà del 1800, nonostante quasi tutto l’anno sia prevalso il fenomeno noto come La Niña, nel Pacifico equatoriale orientale, che tende a mitigare le temperature globali. Lo riferisce il rapporto “State of the climate in 2021” pubblicato l’8 agosto come supplemento speciale al Bulletin of the American Meteorological Society (Bams). Il Rapporto, a cui hanno contribuito oltre 500 scienziati dei National centers for environmental information della Noaa, fornisce il quadro aggiornato dello stato del clima a livello globale.
Continua l’ascesa dei principali gas serra. Nel 2021 la concentrazione media globale atmosferica di anidride carbonica (CO2) è stata di 414,7 parti per milione (ppm), registrando un incremento di 2,6 parti per milione (ppm) rispetto al 2020, il quinto tasso di crescita più alto dalla prima rilevazione nel 1958. Il tasso di crescita del metano (CH4) è stato il più alto mai registrato e il terzo per il protossido di azoto (N2O). Per tenere traccia della loro influenza nel tempo sul riscaldamento globale, gli scienziati della Noaa hanno realizzato l’indice Aggi (Annual Greenhouse Gas Index) con cui è stato rilevato che nel 2021 le emissioni umane di gas serra hanno intrappolato il 49% in più di calore in atmosfera rispetto al 1990 e, come riferito dal grafico, il “principale colpevole” dell’aumento globale delle temperature è l’anidride carbonica (area in azzurro; fonte immagine: sito Noaa).
Il Rapporto, inoltre, fa il punto sulle anomalie e sugli eventi meteorologici che sono stati osservati da un capo all’altro del Pianeta e che fungono da sentinella dell’avanzamento del riscaldamento globale. La mappa sottostante riporta la distribuzione geografica dei principali fenomeni climatici registrati nel 2021.
In sostanza, è stato un anno nel segno dei record:
A livello globale i ghiacciai hanno perso massa per il 34esimo anno consecutivo e le temperature del permafrost — un terreno diffuso nelle zone che raggiungono temperature sotto lo zero e che rimane congelato per 2 anni consecutivi — hanno continuato a raggiungere valori record: nel grafico la linea rossa indica l’andamento crescente delle temperature rilevate nelle Alpi europee e nei Paesi nordici in profondità. Un fenomeno che preoccupa gli scienziati del clima poiché il permafrost, sciogliendosi, rilascia nell’ambiente un contenuto ricco, tra l’altro, di gas metano.
"I dati presentati in questo rapporto sono chiari: continuiamo a vedere prove scientifiche più convincenti che il cambiamento climatico ha un impatto globale e non mostra segni di rallentamento", ha affermato l'amministratore della Noaa Rick Spinrad.
Tornando all’indice Aggi, è stato progettato con l’obiettivo di aiutare, chiarisce la Noaa, sia i responsabili politici che la società civile a comprendere la velocità con cui le emissioni umane impattano sul riscaldamento globale. "La CO 2 è l'attore principale perché rimane nell'atmosfera e negli oceani per migliaia di anni ed è di gran lunga il maggior contributore al riscaldamento globale", sottolinea Pieter Tans, scienziato senior del Gml. "L'eliminazione dell'inquinamento da CO 2 deve essere al centro di tutti gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico".
di Antonella Zisa
Fonte immagine di copertina: 123rf/Kitsadakron
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