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Responsabilità editoriale di ASviS

Le imprese italiane, sostenibilità e governance

L'Italia tra i primi paesi nella classifica pubblicata dall’Osservatorio “Governance della sostenibilità”.

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La sostenibilità è sempre più un asset centrale nella governance aziendale. È quanto emerge dal quarto Osservatorio “Governance della sostenibilità – Rapporto 2020”,  realizzato dal Csr manager network, l’associazione italiana che riunisce oltre 200 professionisti della sostenibilità, e da Altis - Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con Assonime (Associazione fra le società italiane per azioni). Sviluppato sull’analisi di oltre 900 documenti societari che riguardano le principali aziende quotate in ItaliaFranciaGermaniaRegno Unito e Spagna, il documento - presentato ufficialmente il 24 maggio -  premia l’Italia per il suo impegno verso la sostenibilità.

L’evoluzione. “Avere un comitato del Consiglio di amministrazione dedicato alla sostenibilità è diventata una prassi per le aziende quotate. Il salto di qualità nelle performance Esg (Environment, social e governance ) si osserva quando vengono inserite nei CdA persone con competenze di sostenibilità e vengono attivate task force inter-funzionali che lavorano a stretto contatto con i manager della sostenibilità”, ha affermato Matteo Pedrini, direttore scientifico del Csr manager network e responsabile della ricerca di Altis, l’Alta scuola dell’Università Cattolica che si occupa di management sostenibile.


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I risultati. Dall’analisi del report, emerge come, in Italia, 35 aziende su 40 tra quelle quotate Ftse-Mib (87,5%) abbiano al loro interno un comitato dedicato agli obiettivi di sostenibilità.  A livello europeo, oltre all’Italia, questa forma di governance è presente in Francia (72,5%) e Regno Unito (65%), mentre in Paesi come Spagna e Germania è adottata in misura molto ridotta, rispettivamente nel 40% e 13,3% dei casi. L’Italia ottiene risultati rilevanti anche negli aspetti Esg legati alla componente variabile dei meccanismi di remunerazione dei vertici aziendali. Nel 2017 la percentuale di aziende quotate che adottava questo meccanismo era ferma al 40%, mentre oggi 25 aziende su 40 (62,5%) adotta tale politica. Meglio dell’Italia solo la Francia, con una percentuale dell’87,5%. Dietro l’Italia ci sono Spagna (48,6%), Germania (40%) e Regno Unito (35%). Un dato su cui occorre lavorare è, invece, la presenza di profili con competenze legate alla sostenibilità. Dall’analisi dei profili dei consiglieri di amministrazione, emerge che solo poco più della metà delle aziende italiane (57,5%) ha nel CdA membri in cui è possibile identificare competenze specifiche, mediamente, un consigliere su sei.

Il manager della sostenibilità. Questa figura, evidenzia il Rapporto, è presente nella maggior parte delle aziende quotate (93,3%). Più nel dettaglio, analizzando il numero di interazioni anno, il principale interlocutore interno del manager è il comitato con deleghe alla sostenibilità, con cui interagisce più volte l’anno, soprattutto riguardo a scenari e obiettivi. Con l’amministratore delegato l’interazione avviene circa ogni sei-nove mesi, per discutere di processi e rating, mentre con il CdA, il confronto avviene una volta l’anno. Rispetto al passato, i manager della sostenibilità sono più coinvolti nella pianificazione strategica (75% dei casi) e maggiormente efficaci nel proporre e realizzare attività, soprattutto se collaborano a stretto contatto con una task force manageriale dedicata alla sostenibilità. Un organo composto da soli manager e presente solo in 14 aziende su 40, il 35% di quelle analizzate.


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Le performance. Dopo aver analizzato come variano le forme di governance, il Rapporto conclude che le aziende che integrano la sostenibilità in ogni aspetto della governance e della gestione aziendale (comitato di sostenibilità, remunerazione legata alla sostenibilità, competenze e task force manageriale) hanno performance Esg superiori rispetto alle altre aziende.

Le prospettive disegnano un futuro positivo: un terzo delle imprese ha dichiarato che integrerà le competenze di sostenibilità con i prossimi rinnovi dei CdA e già ad oggi, in tre imprese su quattro, i consiglieri hanno preso parte a programmi di induction, ossia di formazione in ingresso del dipendente, su tematiche Esg. Chi non l’ha ancora fatto, ha assicurato che provvederà al più presto.

Consulta il Rapporto

 

di Tommaso Tautonico

Responsabilità editoriale e i contenuti sono a cura di ASviS


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