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Responsabilità editoriale di ASviS

Trasporti: aumenta la CO2, bisogna incentivare i mezzi ecologici

Agenzia europea per l'ambiente, luci e ombre nel Rapporto sulla mobilità.

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Dal “primo all’ultimo miglio” va garantita l’intermodalità, il processo che consente di spostarsi nelle città attraverso il passaggio da un mezzo all’altro (autobus - bici – metropolitana, tanto per fare un esempio), fattore cruciale se si vogliono davvero raggiungere gli Obiettivi di lungo periodo dello sviluppo sostenibile su suolo urbano. Un concetto ribadito dall’Agenzia per l’ambiente europea (European environment agency - Eea) che, a inizio febbraio, ha rilasciato lo studio “The first and last mile - the key to sustainable urban transport” per valutare in che modo le diverse opzioni di trasporto, quali biciclette, scooter e altri mezzi per ricoprire brevi distanze (per esempio il tragitto casa-lavoro), incidano sulla trasformazione della mobilità urbana.

Il Rapporto analizza i servizi innovativi per il trasporto di persone e cose che pian piano diventano sempre più centrali, ne sono un esempio i droni per la consegna che possono rendere il trasporto di merci urbano più sostenibile, senza dimenticare che lo sviluppo di nuove applicazioni digitali pensate per la mobilità saranno utili a orientare in modo virtuoso le scelte dei cittadini.

Ma c’è bisogno di agire sul comparto in maniera tempestiva, utilizzando una comunicazione efficace, dato che c’è ancora confusione tra i consumatori riguardo ai danni generati dall’attuale sistema dei trasporti. Lo studio mostra, infatti, come nel 2018 le emissioni di CO2 in Europa da nuove autovetture siano aumentate per il secondo anno consecutivo, raggiungendo in media quota 120,4 grammi di anidride carbonica rilasciata per ogni chilometro percorso. A seguito dello scandalo di “diselgate” di qualche anno fa, la vendita di auto diesel pur crescendo meno di quella a benzina non ha però contratto il consumo di gasolio che, anzi, continua ad aumentare (nonostante le auto diesel siano responsabili per la gran parte del biossido di azoto presente nelle nostre città, elemento dannoso per la salute umana).

Per ridurre i danni generati dal settore dei trasporti servono dunque delle misure a sostegno del trasporto pubblico: quando è sottosviluppato induce le persone a prendere la propria auto e a spostarsi con mezzi poco efficienti, bisogna pertanto introdurre una tassazione che da una parte scoraggi l’utilizzo dei mezzi inquinanti e dall’altro ripaghi la collettività del danno subito. Una buona pratica da espandere può essere l’utilizzo degli scooter elettrici che generano pochi impatti diretti. Va però sottolineato che i mezzi ecologici devono fare i conti anche con gli impatti indiretti, vale a dire con l’approvvigionamento dei materiali: ai fini della sostenibilità anche i materiali con cui vengono costruiti i mezzi devono rispettare standard etici e il buono stato delle risorse naturali durante tutta la filiera.

Infine, il Rapporto ricorda altri motivi per cui risulta di fondamentale importanza trasformare il mondo del trasporto. Per quanto riguardo il comparto aereo le emissioni di gas a effetto serra nel corso degli ultimi anni sono aumentate più che in ogni altro settore, dal 2013 infatti crescono a una media di oltre il tre per cento annuo (solo quelle relative alle spedizioni internazionali dal 2015 al 2017 sono lievitate del cinque per cento). È a rischio, poi, l’obiettivo dell’Unione europea fissato al 10 per cento per quanto riguarda la quota di energia rinnovabile da raggiungere nei trasporti entro il 2020: nel 2017 eravamo al 7,4 per cento e nel 2018 all’8,1 per cento. Anche l’inquinamento acustico continua a essere un problema: il 27 per cento dei cittadini europei è esposto a livelli di rumore generato dai trasporti pari o superiori a 55 decibel (di cui il 15-20 per cento generato dal traffico stradale), un livello ritenuto troppo alto, capace di incidere sul benessere dei cittadini.

Scarica il Rapporto

 

di Ivan Manzo

Responsabilità editoriale e i contenuti sono a cura di ASviS


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