ANSAcom - In collaborazione con
Assolatte
Nel 2022 il prezzo del latte alla stalla è aumentato di oltre il 30% rispetto all’anno precedente. Così come quelli del mais e del grano, da cui dipendono i mangimi essenziali per la filiera del latte. È quanto emerge dalla 78esima assemblea di Assolatte che si è tenuta oggi a Milano, chiamando a raccolta le imprese di trasformazione del comparto lattiero caseario e gli stakeholders del settore. Ma oltre al raddoppio dei costi dei semilavorati come il cartone e i prodotti chimici, anche plastica e pallet sono aumentati mediamente del 30-40%.
Nonostante questo, le consegne di latte sono calate solo dello 0,8%, permette di all’Italia di mantenere una disponibilità di latte bovino intorno alle 13 milioni di tonnellate. Diverse produzioni derivate hanno segnato addirittura un incremento, dal latte alimentare (+1,3%) ai fermentati (+2,3%) e, soprattutto, al burro (+6,7%). È da evidenziare però una significativa contrazione delle produzioni casearie (-2,9%), che ha interessato anche varie Dop come il Parmigiano Reggiano, l’Asiago, il Gorgonzola e il Pecorino Romano. Non però la Mozzarella di Bufala Campana, cresciuta del 3,8%. Il comparto Dop rappresenta circa la metà dei volumi di formaggio prodotti in Italia, con 576mila tonnellate nel 2022.
Il canale estero si è confermato ancora una volta leva di crescita fondamentale per le aziende, facendo registrare un nuovo record di esportazioni casearie, che grazie a un +6,4% giungono a quasi 570mila tonnellate. Ottime le performance per mozzarelle, burrate, mascarpone e altri freschi. Anche due simboli del Made in Italy come Grana Padano e Parmigiano Reggiano hanno sostanzialmente confermato l’export del 2021 e messo a segno un ulteriore 3% sulle forme intere e oltre il 10% sul grattugiato.
Nello specifico, l’80% dell’export è verso la vecchia Europa. La Francia è il primo mercato di sbocco con 130mila tonnellate e un tasso di crescita dell’11,5%. La Germania mantiene saldamente il secondo posto, mentre il Regno Unito, nonostante la Brexit, è riuscito a crescere in volume del +4%. Altro dato positivo è quello della Spagna, passata da 28.400 a 33.500 tonnellate. Ritmi di espansione simili hanno poi riguardato anche la Cina e il Canada.
“È stato un anno veramente complicato - ha commentato il presidente di Assolatte Paolo Zanetti -, ma i risultati ci dicono che abbiamo raggiunto i 18 miliardi di euro di fatturato e siamo il primo settore dell’industria alimentare Italiana. Il lato positivo è stato l’export, siamo cresciuti ancora di più del 4% in export raggiungendo il traguardo storico dei 5 miliardi di export che per noi è stato un grandissimo traguardo.
Il primo trimestre del 2023 si è chiuso in positivo, con produzioni ancora in crescita e un lieve recupero anche dei formaggi. L’export appare diviso tra mercati Ue ed extra Ue: i primi confermano il loro ruolo di bacino di acquisto essenziale per i formaggi italiani (+7% fino a marzo); i secondi, invece, risultano in contrazione a cominciare dall’America (-5,6%) e dall’Asia (-5,4%).
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