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ANSAcom - In collaborazione con Ancc-Coop
Da un lato capelli lunghi e folti con l’indicazione di ‘tagliare’ la chioma lungo il bordo tratteggiato, gesto simbolo della protesta delle donne iraniane; dall’altro lato, dati e informazioni sull’azione di protesta in sostegno della popolazione curate da Amnesty International Italia. In calce la propria firma da apporre. Si tratta della ‘cartolina per l’Iran’, l’iniziativa di sensibilizzazione e mobilitazione promossa da Coop in collaborazione con Amnesty International Italia a sostegno della popolazione iraniana che lotta per la libertà: fino alla fine di aprile sarà possibile spedirla sia in versione cartacea che digitale.
Circa 2 milioni di copie sono state stampate: la cartolina cartacea sarà inserita in settimanali di testate nazionali oltre che in tutte le riviste di Coop destinate ai soci; a queste si affiancherà la possibilità dell’adesione sul sito a partire dall’ 8 marzo. Sarà poi Coop a raccogliere tutte le cartoline e a recapitarle all’ambasciata dell’Iran in Italia per un vero e proprio ‘postcards bombing’ che punta a tenere alta l’attenzione mediatica mondiale. L’iniziativa rientra nell’ambito della terza edizione della campagna Coop per l’inclusione di genere ‘Close the Gap. Riduciamo le differenze’. “I regimi temono l’attenzione internazionale sulle loro proteste interne e il governo iraniano non fa eccezione” osserva il presidente Coop Italia e Ancc-Coop, Marco Pedroni.
“Proprio per questo ci dobbiamo assumere il compito di tenere alta l’attenzione dei media anche italiani sulla questione delle libertà delle donne e degli uomini in Iran”. Già a dicembre, ricorda il presidente, Coop aveva espresso la sua solidarietà per le rivendicazioni contro la morte di Mahsa Amini pubblicando una immagine evocativa: “Oggi chiediamo di aggiungere la voce degli italiani alla nostra voce, perché risulti più forte e chiara. Più cartoline arriveranno, più incisivo sarà il messaggio che consegneremo”. Stando ai dati diffusi da Amnesty, si stimano oltre 400 manifestanti morti per mano delle forze di sicurezza e di quelle paramilitari, con l’uso illegale delle armi da fuoco. Tra questi, sono almeno 50 i minorenni, compresi tra gli 11 e i 17 anni. Al 15 dicembre già risultavano, secondo quanto denunciato dall’associazione, 26 giovani manifestanti a rischio di pena di esecuzione da parte del regime iraniano.
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