“Questi anni per Clai sono stati degli anni positivi, nonostante le difficoltà date dalla pandemia e l’insicurezza di questi tempi, ma noi abbiamo sempre guardato con fiducia al futuro, abbiamo continuato a investire e i nostri cantieri non si sono mai fermati.
Abbiamo investito a Imola nel salumificio, adesso stiamo investendo a Faenza e siamo andati dai clienti, ai meeting con le forze di vendita e sui territori appena è stato possibile”. Pietro D’Angeli, direttore generale di Clai, cooperativa di lavoratori agricoli imolesi attiva sul mercato delle carni e dei salumi dal 1962, crede fermamente nel food italiano e anche se per il settore si chiudono altri 12 mesi di incertezza è ottimista e guarda avanti puntando sulla qualità dei prodotti, l’expertise, il “saper fare”, l’attenzione alla sicurezza, il legame con il territorio e i suoi valori, la capacità di innovare. L’azienda si prepara con questo spirito a MarcabyBolognaFiere, la grande fiera emiliana che si terrà il 19 e 20 gennaio prossimi.
“All’inizio della pandemia è stato difficile, abbiamo avuto un forte calo di vendite nei primi due mesi, poi ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo cercato di adattarci a questo nuovo scenario con determinazione. I numeri sono tornati positivi, abbiamo ripreso ad assumere e quindi siamo riusciti a non fermarci mai e a non fare neppure un’ora di cassa integrazione”. A Marca Bologna “punteremo su un salame senza conservanti - ha spiegato ancora D’Angeli -, una linea di prodotti bio, di trasformati prosciutto e poi punteremo su la culatta”. Negli ultimi cinque anni Clai ha investito 33 milioni di euro per innovazione e tecnologia sostenibile e altri 20 milioni sono in programma nei prossimi tre anni. “Per noi è centrale il lavoro ma per dare lavoro occorre crescere, soddisfando bene i clienti e portando dei nuovi prodotti”, ha concluso il dg Clai.
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Clai