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Scontri a Barcellona, sei italiani accusati di tentato omicidio

La polizia catalana, 'hanno incendiato un furgone con un agente all'interno'

Redazione Ansa

Hanno agito in modo "violento", "organizzato" e mirato "contro la polizia": così gli inquirenti catalani hanno descritto l'azione di gruppo di otto persone — tra cui sei italiani — arrestate sabato negli scontri verificatisi a Barcellona durante le proteste per l'arresto del rapper Pablo Hasél. Le forze dell'ordine dicono che si tratta di individui legati a movimenti anarchici: oltre a danneggiare sportelli bancari, negozi e arredi urbani, sono stati loro — hanno denunciato i Mossos d'Esquadra, la polizia catalana — a dare fuoco a un furgone della Guardia urbana con un agente all'interno, che poi è riuscito a scappare senza conseguenze.

Per tutti gli arrestati c'è adesso da parte dei Mossos l'accusa di tentato omicidio, appartenenza a gruppo criminale, disordini pubblici e danni alla proprietà. Mercoledì 3 marzo i sei italiani — cinque ragazzi e una ragazza, di età comprese tra i 28 e i 35 anni — compariranno davanti al giudice per l'udienza di convalida dei fermi. Le altre due persone arrestate sono una cittadina spagnola e una francese.

Il consolato italiano a Barcellona, in accordo con l'ambasciata italiana a Madrid, è in contatto con la magistratura e gli inquirenti per prestare assistenza ai fermati. Quella di sabato è stata solo l'ultima di una lunga serie di notti di proteste non solo nel capoluogo catalano ma anche in altre zone della Spagna partite dopo l'arresto di Hasél — condannato per apologia di terrorismo e ingiurie contro la monarchia — e sfociate poi in un crescente malcontento. 

   

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