Economia

Confindustria: da rialzo tassi Bce zavorra sulle imprese

Preoccupano caduta liquidità e onere crescente debito 

Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi

Redazione Ansa

Il rialzo dei tassi della Bce costituisce "un'altra zavorra sui costi delle imprese", e rischia di "peggiorare lo scenario, almeno nel breve periodo". Lo si legge nella Congiuntura Flash del Centro studi Confindustria, che nota come il tasso sui Btp "ha già iniziato a trasferirsi sui tassi pagati dalle imprese in Italia", che fino a settembre sono aumentati di quasi un punto "e sembrano destinati a salire molto di più". Inoltre "è preoccupante la rapida flessione della liquidità" delle imprese sommata a un onere del debito che "assorbirà una quota crescente del fatturato delle aziende".

L'industria italiana "ha continuato a reggere in termini di produzione" anche grazie alla relativa flessione dei prezzi delle materie prime non energetiche e agli interventi del Governo, ma "nel quarto trimestre si rischia un calo: gli indicatori qualitativi sono nel complesso negativi". Lo scrive il Centro studi Confindustria nella nota 'Congiuntura Flash', che vede un "freno agli investimenti" in uno scenario "che aveva già virato in direzione recessiva" fra impatto dell'inflazione record sulle famiglie e i consumi, rialzo dei tassi e, in prospettiva, una "debolezza della domanda estera".

Il brusco rialzo dei prezzi del gas a novembre, dopo la netta flessione a ottobre, fa rischiare una netta correzione nei prossimi mesi della produzione industriale in Italia, che nonostante il calo marcato a settembre (-1,8%) nella media del terzo trimestre era scesa poco (-0,4%, con una tenuta della manifattura a -0,1%). L'aumento delle scorte da aprile, assieme al minor calo del trimestre, suggeriscono infatti che alcune imprese hanno anticipato la produzione approfittando dei contratti energetici in essere prima dell'aumento dei prezzi energetici effettivamente pagati. "Questo - si legge - potrebbe preludere a una caduta marcata nei prossimi mesi" visto che anche gli indicatori qualitativi sono peggiorati, "tracciando la rotta per un più pesante segno meno nel quarto trimestre". Male anche il settore delle costruzioni, dove - scrive il Centro studi - "si conferma la frenata, che era segnalata dagli indicatori sui cantieri in forte calo". La produzione del settore è cresciuta poco a settembre (+0,2%) e nella media del terzo trimestre registra una flessione (-2,2%), dopo ben 6 trimestri consecutivi in forte espansione. Segnali misti, invece, per i servizi nel quarto trimestre dopo il rimbalzo in estate grazie al recupero del turismo: a ottobre il pmi servizi è sceso (46,4 da 48,8), mentre a novembre la fiducia dei consumatori ha recuperato terreno.

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