(di Lorenzo Trombetta)
(ANSAmed) - BEIRUT, 8 MAG - Dodici anni dopo l'esclusione
della Siria dalla Lega Araba, il governo di Damasco del
presidente Bashar al Assad torna a far parte del consesso
inter-arabo con una decisione formalizzata ieri in una riunione
straordinaria dei ministri degli esteri arabi al Cairo.
Nel novembre del 2011 la Siria era stata esclusa dalla Lega
Araba sull'onda della sanguinosa repressione, da parte del
governo siriano, della rivolta popolare scoppiata nel marzo di
quell'anno. Le violenze erano presto degenerate in una guerra
intestina su scala internazionale che ha causato la morte di
almeno mezzo milione di persone e lo sfollamento di più di dieci
milioni di siriani. "Le delegazioni del governo della Repubblica
Araba di Siria siederanno nuovamente nella Lega Araba", indica
il testo votato ieri.
Dodici anni fa, l'allora presidente della Lega Araba, Nabil
al Arabi, affermava che "il regime siriano" non sarebbe durato a
lungo. Nel 2013 lo scranno riservato al rappresentante del
governo siriano presso la Lega Araba veniva occupato da un
rappresentante delle opposizioni siriane in esilio, allora
sostenute da diversi paesi arabi, dalla Turchia, dagli Stati
Uniti, dall'Unione Europea. Eppure, il presidente Assad, in
carica da 23 anni e sostenuto da Iran e Russia, nell'ultimo anno
è uscito dall'isolamento fino a ottenere il formale
riconoscimento ieri. Assad è stato invitato alla prossima
riunione annuale della Lega Araba prevista il 19 maggio a Gedda,
in Arabia Saudita. Solo nei giorni scorsi Assad ha ricevuto il
presidente iraniano Ebrahim Raisi, il primo capo di Stato
iraniano a visitare la Siria dallo scoppio della guerra. Dopo i
lunghi anni di ostracismo, la prima apertura nei confronti di
Assad era venuta nel 2018 dagli Emirati Arabi Uniti, che hanno
poi invitato l'anno scorso il raìs ad Abu Dhabi nella sua prima
uscita ufficiale in un paese arabo. L'ondata di solidarietà
seguita al terremoto del 6 febbraio scorso ha accelerato il
processo: in poche settimane la Tunisia, la Giordania, l'Egitto,
l'Oman e l'Arabia Saudita hanno ripristinato i rapporti politici
e diplomatici con Damasco.
All'appello del club dei Paesi del Golfo, interessati a
portare risorse finanziarie nel disastrato paese mediterraneo in
cambio di influenza regionale, mancano ancora Kuwait e Qatar.
Osservatori regionali affermano che per gli emiri del Kuwait e
del Qatar è solo questione di tempo prima che vengano
normalizzati i loro rispettivi rapporti con la Siria. La
normalizzazione appare alle porte anche tra Ankara e Damasco. Ma
la Siria non è certo pacificata: afflitta dalla peggiore crisi
economica della sua storia, è divisa in zone di influenza
controllate dagli eserciti siriano, russo, turco, statunitense,
da milizie rivali tra cui insorti dell'Isis, signori della
guerra curdi e filo-iraniani e trafficanti di droga in parte
legati al potere di Damasco. (ANSAmed).
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La Siria torna nella Lega Araba dopo 12 anni
Assad potrà partecipare alla prossima riunione del 19 maggio