(ANSA) - SULMONA, 09 MAG - Sono tornati dall'Austria in
Abruzzo gli allevatori che avevano già visitato il Parco
Nazionale della Maiella nell'ambito del progetto europeo LIFE
LifeStockProtect, coordinato dalla European Wilderness Society e
supportato da numerose associazioni di categoria altoatesine e
austriache. Gli allevatori in trasferta dal Tirolo, dopo aver
analizzato il fenomeno delle predazioni e valutato i migliori
sistemi di prevenzione, da due anni, con il supporto del
Servizio Veterinario del Parco della Maiella hanno avviato
iniziative integrate di custodia e gestione degli animali al
pascolo, ispirata all'esperienza degli allevatori della Montagna
Madre e sostenuta dai tecnici del Parco con la finalità di
rielaborare e consolidare il loro rapporto di convivenza con il
lupo.
I lupi sono di recente tornati in Austria, provenienti da
Italia, Slovenia e Germania, e trovano spesso, nei pascoli
tirolesi, greggi non protette, perché la lunga assenza dei
predatori da quelle montagne ha fatto dimenticare, per
generazioni, l'uso di condurre gli animali al pascolo sotto la
custodia continua del pastore e dei cani e l'utilizzo di stazzi
protetti per la notte, come invece è sempre accaduto in Abruzzo.
"I nostri colleghi del progetto LifeStockProtect sono
diventati particolarmente esperti nel posizionamento di
recinzioni elettrificate per la gestione dei pascoli - commenta
Simone Angelucci, responsabile del Servizio Veterinario del
Parco - ma le azioni di protezione delle greggi vanno sempre
adattate al contesto e alla tipologia di allevamento e con il
lupo una protezione effettiva è data dall'utilizzo
irrinunciabile dei cani da guardiania e dalla presenza costante
del pastore/custode degli animali".
"Per questo abbiamo consigliato agli amici tirolesi di
parlare con i nostri allevatori e di osservare l'operato dei
cani da pastore abruzzesi sul campo, in un territorio, come
quello della Maiella, dove insistono 10 branchi di lupo, che
però utilizzano animali domestici in valori sempre al di sotto
del 5% della loro dieta".
"Ci sono allevatori sulla Maiella - spiega Angelucci - che,
pur portando pecore al pascolo nel cuore del territorio di
alcuni branchi di lupo, non ricevono predazioni da anni. Questo
perché pastori e cani sono 'costantemente presenti sui pascoli e
i lupi 'scelgono' di non predare in condizioni che sarebbero di
rischio per loro".
In questi giorni un gruppo di 5 cani da pastore abruzzese,
proveniente da uno di questi allevamenti "modello" della
Maiella, è partito alla volta delle Alpi. Cani giovani già
affiatati, che ben conoscono la vita del gregge, andranno a
presidiare un gruppo di oltre 400 ovicaprini sui pascoli del
versante altoatesino dello Stelvio, a pochi chilometri dal
confine svizzero.
La tradizione pastorale abruzzese, l'esperienza maturata dal
Parco della Maiella, le capacità progettuali e l'impegno di
associazioni come la European Wilderness Society nel mettere
insieme i portatori di interesse sulle migliori pratiche in
campo europeo, vanno consolidandosi come elementi chiave per la
coesistenza tra lupo e attività zootecniche sulle montagne
appenniniche e alpine. (ANSA).
Dalla Maiella al Tirolo,l'allevamento che convive con i lupi
Cani da pastore abruzzese in Austria per proteggere greggi
