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Calamità naturali, serve programmazione

Consiglio regionale

Calamità naturali, serve programmazione

Presidente del Consiglio a convegno su regioni, città e clima

L'AQUILA, 20 ottobre 2017, 15:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, ha partecipato al convegno sul tema "Regioni e Città per il clima e la transizione energetica: riflettere sull'Europa - dialogo con i cittadini", organizzato dal Comitato Europeo delle Regioni e dal Dipartimento regionale per l'Ambiente. L'evento, che si è svolto all'Aurum di Pescara, fa seguito al workshop sulla transizione energetica e climatica che si è tenuto l'11 ottobre scorso a Bruxelles al quale il Presidente Di Pangrazio aveva partecipato in qualità di coordinatore del gruppo di lavoro sulle calamità naturali per la Conferenza delle Assemblee Regionali Europee. Di Pangrazio ha sottolineato come il tema dei disastri naturali determinati dai cambiamenti climatici sia di grande rilievo per le Regioni in quanto enti più vicini ai territori. "Per dare un'idea dell'impatto delle calamità naturali sui nostri territori - ha spiegato il presidente del Consiglio regionale - basti ricordare che dal rapporto sull'adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione del rischio da disastri nell'Ue, pubblicato di recente dall'Agenzia europea per l'Ambiente, emerge che tra il 1980 e il 2015 l'Italia ha subito danni per 64,9 miliardi di euro a causa di eventi climatici estremi. Tra i 33 paesi dello spazio economico europeo (See), la Penisola ha registrato le perdite economiche più ingenti ed è il secondo per numero di vittime, oltre 20mila, dopo la Francia (23mila). È fondamentale rispondere all'esigenza di affrontare questi fenomeni con un approccio programmatico, che consenta di mettere in campo un'adeguata prevenzione e una gestione delle situazioni emergenziali". "Sul fronte del diritto europeo - ha evidenziato il Presidente del Consiglio regionale - dall'analisi della normativa si è riscontrato che non esiste una materia o competenza ad hoc qualificabile per le calamità naturali derivanti dai cambiamenti climatici. Sul fronte dell'analisi scientifica, abbiamo analizzato le diverse tipologie di eventi naturali potenzialmente rovinosi che interessano il territorio dell'Unione Europea. I dati elaborati dall'International Disaster Database riguardanti gli effetti derivanti da terremoti, alluvioni e frane registrate in Europa nel periodo dal 1900 al 2014, indicano la ricorrenza di 791 eventi. La popolazione coinvolta supera i 20 milioni di persone ed il tributo umano, in termini di decessi e feriti, viene stimato in oltre 380 mila, il numero dei senza tetto supera i 3,3 milioni di unità. Al tributo incalcolabile delle sofferenze umane occorre aggiungere quello economico, via via sempre più insostenibile, la cui stima per la sola Europa vale oltre 100 miliardi di euro a partire dall'anno 2000. Per quanto concerne i terremoti e il dissesto idrogeologico, va purtroppo osservato che la vulnerabilità complessiva dei centri urbani e delle infrastrutture tende a crescere, invece che diminuire, come ci si aspetterebbe, seguendo la progressiva espansione delle aree urbanizzate". "Occorre modificare profondamente le strategie d'investimento pubblico - ha aggiunto Di Pangrazio - in base alle quali circa il 95% dei fondi disponibili viene utilizzato per il recupero delle aree colpite da calamità naturali. Il lavoro da noi sviluppato ha consentito una prima individuazione delle esigenze e dei possibili interventi che l'Unione europea potrebbe mettere in campo in tema di calamità naturali. In particolare, occorrerebbe: introdurre un metodo univoco per l'analisi del rischio; prevedere misure contro i cambiamenti climatici; legiferare sulla prevenzione dei rischi quali quelli di incendi e terremoti; legiferare sul consumo del suolo.
    Sarebbe, pertanto, auspicabile uno specifico intervento normativo che disciplini una preventiva ed ad adeguata attività di manutenzione del territorio. Occorre recuperare il tempo perso ed arrivare alla definizione di una direttiva quadro per la protezione e tutela della risorsa suolo che comprenda anche metodiche di mappatura condivisa del territorio; armonizzare e rendere sistematica la normativa europea in materia di disastri naturali; incrementare il Fondo di solidarietà e semplificare le procedure per l'accesso allo stesso". "E' necessario - ha concluso Di Pangrazio - investire sulla ricerca in materia di calamità naturali in particolare allo studio dei meccanismi fisici responsabili a a partire dal riscaldamento climatico globale e regionale; orientare sia i fondi strutturali e di investimento che i fondi diretti ad affrontare anche le questioni connesse alle calamità naturali".
   

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