La Suprema Corte di Cassazione ha
respinto la richiesta di scarcerazione dell'ex ispettore dei
vigili del fuoco Aldo Rodolfo Di Nunzio, 72 anni, di Lanciano i
cui legali per la terza volta hanno provato a ottenere per lui
la libertà o gli arresti domiciliari. La decisione dei giudici
romani è stata resa nota oggi, ma non si conoscono le
motivazioni. Di Nunzio, detenuto nel carcere di Teramo, è
accusato di avere strangolato con fili elettrici la moglie
Annamaria D'Eliseo, 60 anni, collaboratrice scolastica, il 15
luglio 2022 nella cantina della loro abitazione in località
Iconicella. La remissione in libertà dell'imputato era già stata
respinta dalla Corte d'Assise di Lanciano (Chieti) e
successivamente dal tribunale del Riesame dell'Aquila, contro
cui c'è stato l'ultimo ricorso in Cassazione presentato dai
difensori Alberto Paone e Nicola De Fuoco.
Ieri, durante la discussione in presenza in Cassazione, anche
il procuratore generale aveva chiesto il rigetto del ricorso a
seguito di una valutazione di fatto, più che di legittimità. Nei
due precedenti ricorsi respinti i giudici avevano fatto leva
soprattutto sul rischio di reiterazione del reato, argomento
sempre respinto dalla difesa in considerazione del fatto che Di
Nunzio è stato arrestato dopo 18 mesi dal presunto delitto ed è
sempre stato solo in casa. La difesa ha così presentato ricorso
per la terza volta, ritenendo la mancanza di elementi probatori
e la reiterazione di reati violenti, oltre agli esiti
contrastanti delle perizie foniche sull'audio della telecamera
di sorveglianza esterna all'abitazione.
Nuova udienza in Corte d'Assise a Lanciano l'11 ottobre
prossimo quando saranno sentiti i cinque figli dell'imputato e
il genetista del Ris Giovanni Sechi. L'imputato, che risponde di
omicidio volontario aggravato dal rapporto di coniugio, era
stato arrestato lo scorso 11 gennaio proprio a seguito della
perizia fonica disposta dal procuratore capo di Lanciano Mirvana
Di Serio.
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