Un progetto che da undici anni
mette in dialogo l'arte italiana con quella di altri Paesi, in
particolare, quest'anno, il Messico. Si tratta della rassegna
della Fondazione Aria, "Stills of Peace XI. Italia e Messico:
Global Humanity", nel cui ambito uno spazio è dedicato alla
mostra della fotografa Jill Hartley, definita "qualcosa di più
di una street photographer" dal curatore Paolo Dell'Elce:
un'artista "quasi rapita dal flusso dell'esistenza".
Nata a Los Angeles e vissuta a Chicago, New York, Monaco,
attualmente vive tra Tepoztlàn (Messico) e Parigi perché,
racconta all'ANSA, "come fotografa, restare nello stesso posto
tutto diventa normale, per la curiosità e il sentirsi ispirati".
Un'artista che ha frequentato molto l'Abruzzo e in particolare
Scanno (L'Aquila), dove le venne assegnato nel 1999 il Premio
nazionale di fotografia 'Scanno dei fotografi' a cura del
fotografo Giovanni Bucci e di Pietro Spacone.
"Nella fotografia contemporanea - prosegue Hartley - ma anche
nei bandi di finanziamento per progetti e in tanto altro ancora,
ora tutti parlano di 'storie' e di 'narrazione', cosa che io
trovo noiosa. Avere tutto pronto, pensato in anticipo, che si
voglia raccontare una storia, fare un film o scrivere un libro,
finisce col diventare qualcosa come la propaganda. La fotografia
invece non è semplicemente un mezzo per fare story-telling,
secondo me. È visuale, non letteraria, persino anti-letteraria
ed è un grande strumento di scoperta perché fotografiamo quello
che ci attrae d'istinto e quello che ci stupisce".
La mostra di Hartley, dal titolo "Flanerie", è ospitata nello
spazio "s.l.m 00 - zerozerosullivellodelmare" in via dei
Marrucini 19 a Pescara ed è aperta ancora fino a domani, dalle
17 alle 21. Il finissage dell'intera rassegna 'Stills pf Peace'
è domani a Pescara e domenica 8 settembre ad Atri, alle 18.
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