Due persone sono state denunciate
per maltrattamento di animali per aver tenuto alla catena un
cane, simil Jack Russell, che è stato quindi sequestrato a
Ortona (Chieti) dai militari del Nucleo Carabinieri Forestale di
Lanciano (Chieti), su disposizione della Procura della
Repubblica di Chieti, in esecuzione di un decreto di sequestro
preventivo emesso dal Gip Tribunale di Chieti. L'attività di
indagine è nata da un esposto presentato dalla L.I.D.A., Lega
Italiana dei Diritti dell'Animale, che aveva osservato per circa
una settimana le condizioni di detenzione del piccolo cane,
legato alla ringhiera con una catena molto corta e privato della
possibilità di muoversi liberamente per diversi giorni.
Il cane è stato portato dai Carabinieri Forestali al canile
rifugio di Ortona, con giudiziale custodia all'associazione
animalista Lida.
In una nota del Gruppo di Chieti dei Carabinieri Forestale si
evidenzia che, sebbene la detenzione alla catena costituisca
illecito amministrativo, laddove la condotta sia continuativa e
rechi sofferenze per l'animale si configura il delitto di
maltrattamento, previsto dall'art. 544-ter del codice penale che
prevede la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o la multa da 5.000 a
30.000 euro.
Tra le recenti sentenze della Cassazione che denotano una
sempre maggiore sensibilità nei confronti degli animali di
affezione c'è quella di condanna di un "uomo che aveva collocato
e custodito, per tempi prolungati, un cane di razza bull terrier
in un ambiente tale da non consentire all'animale di potersi
muovere liberamente e, quindi, inadatto alla sua naturale
esistenza, in quanto rinchiuso all'interno di uno spazio di
dimensioni estremamente anguste, delimitato da una rete, e
legato a una catena di soli 120 centimetri, tanto da cagionargli
lesioni consistite in piaghe infette agli arti posteriori,
verosimilmente causate da decubito sulla pavimentazione, nonché
dermatiti di varia natura".
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