Lo studio dell'etica intesa come
scienza della vita che interroga l'esistenza umana nella sua
globalità, con una particolare attenzione ai settori della
sofferenza e della precarietà. E' quello offerto dalla Scuola di
alta formazione in 'Etica dell'emergenza' per la quale si
apriranno le iscrizioni dal 1° settembre prossimo.
Una Scuola attivata grazie all'impegno della chiesa aquilana
supportata dalla Caritas Italiana e dalla Regione Abruzzo che ha
concesso borse di studio per gli studenti meno abbienti. A
presentarla oggi all'Aquila, nell'aula magna dell'Istituto
superiore di Scienze religiose 'Fides et Ratio', collegato alla
Pontificia Università Lateranense, è stato il cardinale Giuseppe
Petrocchi, insieme all'arcivescovo coadiutore Antonio D'Angelo,
all'assessore regionale Roberto Santangelo. In sala anche il
direttore della Caritas diocesana, don Dante Di Nardo, e don
Daniele Pinton, preside dell'istituto teologico.
"Quando sono stato inviato a L'Aquila da Papa Francesco - ha
dichiarato il cardinale Petrocchi che è anche arcivescovo del
capoluogo - ebbi forte nel cuore un impatto con l'evidenza
drammatica del terremoto. Poi, incontrando le persone, mi sono
reso sempre più conto che il terremoto aveva due dimensioni:
quella esteriore, testimoniata in modo doloroso dai disastri
edilizi e dalle vittime, e quella interiore, non visibile,
spesso sommersa, costituita dalle fratture provocate nel cuore
della gente".
"Abbiamo a che fare, dunque - ha aggiunto Petrocchi - con
traumi causati da calamità di vario genere causati dalla natura
o dall'uomo. Questi traumi da calamità suscitano sofferenze che
vanno 'accostate' e trattate mettendo in campo risorse
spirituali e psicologiche che vanno oltre i pur necessari
soccorsi prestati virtuosamente dalla Protezione civile.
L'approccio dell'assistenza non è sufficiente a dare risposte a
domande di prossimità che vengono dalle persone che hanno subito
'ustioni' nelle strutture profonde della loro personalità".
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