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Siccità: Abruzzo a rischio desertificazione, idee e proposte

Siccità: Abruzzo a rischio desertificazione, idee e proposte

Assessore Imprudente, servono strategie resilienti e sostenibili

PESCARA, 17 giugno 2024, 16:19

Redazione ANSA

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Realizzare una rete di bacini di accumulo per raccogliere l'acqua piovana, tutelare ed effettuare la manutenzione dei fiumi e definire piani regionali settoriali e piani comunali per l'adattamento ai cambiamenti climatici: sono alcune delle proposte avanzate da agricoltori, ricercatori e ambientalisti nel confronti della politica per affrontare l'emergenza siccità in Abruzzo in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione.
    Il tutto anche alla luce dei dati allarmanti della ricerca dell'Università 'D'Annunzio' che ha analizzato le portate dei fiumi, le precipitazioni e le temperature a partire dal 1985, per determinare le variazioni passate ed avere una base per studiare i cambiamenti che ci si aspetta per il futuro, fino al 2100; secondo il report di Community Valore Acqua per l'Italia l'Abruzzo è tra le 12 regioni ad elevato stress idrico.
    La ricerca - pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Challenges - è del dottorando Moshin Tariq, della ricercatrice Eleonora Aruffo e del docente Piero Di Carlo: i risultati indicano un aumento della temperatura in tutti gli scenari, accompagnato da una diminuzione delle precipitazioni e della portata del fiume Pescara. Inoltre un'analisi degli indici di siccità mostra potenziali siccità future frequenti, gravi e prolungate: siccità meteorologiche che potrebbero durare tra i 105 e i 163 mesi e siccità idrologiche superiori a 100 mesi fino a 150 mesi.
    Secondo la Coldiretti, sostenuta da Anbi, il "progetto, immediatamente cantierabile, dei bacini di accumulo vuole potenziare la raccolta di acqua dolce intervenendo sulle infrastrutture". "L'obiettivo - sottolinea il direttore regionale Roberto Rampazzo - è arrivare a raccogliere il 50% dell'acqua piovana che potrebbe essere utilizzata per una molteplicità di altri utilizzi, riducendo il prelievo di quella potabile: in Abruzzo, come nel resto del Paese, riusciamo a recuperare solo l'11% dell'acqua piovana con uno spreco inaccettabile in un territorio a fortissimo rischio desertificazione".
    Per il Wwf è fondamentale limitare "il riscaldamento globale a 1,5 gradi, abbattendo le emissioni di gas serra", oltre - spiega la delegata per il Wwf Italia in Abruzzo, Filomena Ricci - a pianificare a livello di bacino idrografico con il coordinamento di un soggetto unico, l'Autorità di bacino distrettuale e rivedere le concessioni idriche (agricole, industriali, civili) riducendole in funzione delle effettive disponibilità d'acqua". Risulterebbe inoltre importante il coinvolgimento degli enti locali "supportando e incentivando i Comuni nella redazione di piani per l'adattamento ai cambiamenti climatici che si integrino non solo con i piani di protezione civile, ma anche con i piani regolatori, individuando azioni concrete da finanziare e attuare per prevenire e abbassare i rischi legati agli incendi, alle instabilità e alle fragilità idrogeologiche, all'erosione marina, alle alluvioni e inondazioni, ad ottimizzare l'uso della risorsa acqua, la perdita di fertilità e la desertificazione dei suoli".
    Secondo il docente di fisica dell'Università 'D'Annunzio', Piero Di Carlo, coautore della ricerca, "bisogna predisporre infrastrutture di stoccaggio delle acque, manutenzione di quelle presenti sia per uso civile che per quello agricolo e per idroelettrico, ed infine tutelare ed effettuare la manutenzione dei nostri fiumi che sono una delle risorse a rischio".
    L'assessore regionale al sistema idrico, all'ambiente e all'agricoltura, Emanuele Imprudente, ritiene "urgente" l'adozione di "ulteriori strategie di gestione delle risorse idriche che siano resilienti e sostenibili". Secondo l'assessore lo studio dell'Università 'D'Annunzio' "rende evidente come non sia più procrastinabile un intervento strutturale". "È imperativo che i decisori politici, le istituzioni locali e regionali, e tutti i soggetti coinvolti - sottolinea - collaborino strettamente per sviluppare piani di azione concreti e mirati a mitigare gli effetti del cambiamento climatico: investire in infrastrutture di gestione delle acque, migliorare l'efficienza dei sistemi di irrigazione, promuovere pratiche agricole sostenibili e incentivare l'uso responsabile delle risorse idriche rappresentano passaggi fondamentali per garantire la resilienza del nostro territorio".
   

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