"Lo svolgimento della Coppa Acerbo
ha avuto un'incidenza sul tessuto urbano di Pescara, soprattutto
per quanto concerne il prolungamento dei tracciati viari, future
direttrici di sviluppo. Durante lo svolgimento della corsa un
lungo tratto dell'arteria di percorrenza principale di Pescara
rimaneva costantemente bloccato e quindi si progettò una
viabilità parallela alla Nazionale Adriatica con il
prolungamento del viale della Riviera fino alla stazione di
Montesilvano". E' solo un passaggio del contributo che Raffaele
Giannantonio, professore di Storia dell'Architettura nel
Dipartimento di Architettura dell'Università 'G. d'Annunzio' di
Chieti-Pescara, darà al racconto de "La bella favola del
circuito di Pescara. 1924-2024", domenica prossima 16 giugno,
nella Sala Tosti dell'Aurum (inizio ore 10), nel capoluogo
adriatico. Gli altri relatori sono Enzo Fimiani con 'Giacomo
Acerbo, tradizione e avanguardia, modernità e mondanità',
Vincenzo Gibiino con 'Enzo Ferrari e la Coppa Acerbo', Aldo
Mastrangelo con 'Castellamare, il Marchese e la Maserati' e
Francesco Nuvolari su 'L'Abruzzo, una terra di miti, eroi, poeti
e piloti'.
Nell'intervento intitolato "Pescara città veloce.
L'architettura dell'automobile", del quale anticipa all'ANSA
alcuni passaggi, Giannantonio ricorda che il tema
dell'automobile "ha grande incidenza sulla città anche sotto il
profilo architettonico. Sull'incrocio tra corso Vittorio
Emanuele e via Vittorio Veneto (ora via Venezia) nel 1933 la
Fiat realizza un fabbricato a destinazione commerciale
progettato da Vittorio Bonadé-Bottino, che adotta il nuovo
motivo dell''angolo dinamico'. Di maggior impatto urbano
risultano le opere di edilizia residenziale. Il motivo
dell'angolo dinamico compare nel palazzo Di Leo all'angolo tra
via dei Peligni e via Francesco Tedesco, progettato nel 1935
dall'ingegner Vincenzo Cellini, come la Casa Cirillo, opera
dell'ingegner Attilio Giammaria (1937)".
Nel rapporto tra architettura e automobile, prosegue Raffaele
Giannantonio, "il tema progettuale di maggiore interesse ci
riporta alla Coppa Acerbo che si correva lungo un circuito di km
25,579 che da Castellamare Adriatico si snodava tra Spoltore,
Cappelle sul Tavo e Montesilvano Spiaggia e, nel nucleo abitato,
lungo la Strada Statale Adriatica, via Salaria e via del
Circuito. Il circuito si rivela però carente sotto il profilo
della sicurezza, tanto che il 15 agosto 1934 il pilota Ferrari
Guy Moll muore in un incidente lungo il rettilineo di
Montesilvano. Anche per questo motivo, nel 1937 si incarica
della progettazione di un nuovo autodromo l'architetto Raffaele
Tasca di Roma, che nel percorso esclude la città dalla gara,
utilizzando strade comunali da sistemare e allargare".
"Nonostante la modernità del tema - osserva Giannantonio - la
Coppa Acerbo riconduce nel rutilante universo dannunziano, sia
per la decisione del Vate di attribuire genere femminile
all'automobile che per la sua passione sfrenata verso questo
scintillante mezzo di locomozione, così vicino all'aeroplano cui
tanto dedicò della sua vita di poeta e di uomo".
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