"Tutelare l'area e fermare i
lavori". Questa la richiesta che arriva dall'associazione
ecologista Gruppo d'Intervento Giuridico che ha chiesto agli
organi centrali e periferici del Ministero della Cultura l'avvio
delle opportune valutazioni finalizzate alla tutela dell'area
con il vincolo culturale, nonché l'emanazione di misure
preventive e cautelari per i beni culturali interessati.
"Bisogna intervenire senza indugi - scrive il GrIG -, perché il
sito rischia di esser stravolto dal progetto della centrale di
compressione del gas naturale del Gruppo Snam s.p.a., a servizio
del gasdotto "Rete Adriatica", noto come il gasdotto dei
terremoti, perché - incredibilmente - va a attraversare
pesantemente buona parte dell'Appennino, fra le aree a maggior
rischio sismico d'Europa".
A Case Pente, nel corso del tempo sono state rinvenute diverse
sepolture di epoca romana (III-IV sec. d.C.) e l'iscrizione nota
come dei Callitani, oggi esposta al Museo Archeologico di
Sulmona. Nelle immediate vicinanze, presso Colle Macerre, altri
sarcofaghi di epoca romana. Inoltre sono presenti la Chiesetta
rupestre di S. Angelo in Vetulis, fra i più antichi esempi
dell'architettura e dell'arte alto-medievale in Abruzzo, e,
nella contigua Valle del Torrente Vella, un possente muro di
terrazzamento di epoca risalente con i resti di un'articolata e
ampia struttura di epoca romana, probabilmente una villa del I
sec. a. C., una parte della quale venne trasformata nella
Chiesetta rupestre di San Leopardo.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA