Dalla soglia del santuario
della Madonna della Libera fino all'altare maggiore strusciando
a terra le ginocchia, lentamente e cantando inni alla Madonna.
Si è ripetuto a Pratola Peligna, il rito dei pellegrini di
Gioia dei Marsi. Con lo storico pellegrinaggio, entrata nel vivo
la festa in onore della Madonna della Libera. A lungo la navata
centrale del santuario è stata attraversata da trecento e più di
pellegrini, tra due ali di folla che a stento ha trattenuto la
commozione, in un silenzio di stupore e di preghiera, solo a
tratti interrotto da applausi.
La festa in onore della Madonna venerata a Pratola, per aver
salvato dalla peste la popolazione della cittadina peligna nel
1500, è entrata così nel vivo. I pellegrini marsicani, in
cammino sotto pioggia e freddo, per quaranta chilometri, sono
stati accolti alle porte di Pratola dal sindaco Antonella Di
Nino, dal presidente del comitato festa Raimondo Onesta, dalla
mastra Rachele D'Andrea da mazzieri e portatori nel loro
tradizionale abito celeste e da una folla straripante.
Volti segnati dalla stanchezza e da qualche lacrima arrivano
in ginocchio all'altare maggiore del santuario. Bambini,
giovani, adulti, anziani. Uomini e donne. Un giorno intero di
cammino per vestire il presente di passato. Il pellegrinaggio ha
attraversato Venere dei Marsi, Pescina, Forca Caruso, Goriano
Sicoli e Raiano.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA