Duello finale, fino all'ultimo voto. A poco meno di ventiquattr'ore dalla chiusura della campagna elettorale in Abruzzo, la disputa tra i due schieramenti in corsa diventa incandescente. Per il centrodestra scendono in campo i ministri a sostegno del candidato Marco Marsilio. E percorrono la Regione in lungo e in largo per raggiungere un risultato storico: riconfermare il presidente uscente. Nel centrosinistra, invece, è il momento della partita unitaria con i due pesi massimi del Pd sul palco di Pescara a suonare la carica.
"Uniti si vince" è lo slogan della segretaria Elly Schlein e del presidente Stefano Bonaccini, di nuovo insieme in un evento pubblico. "E quando il Pd è unito è più forte anche il centrosinistra", rilancia il presidente dell'Emilia Romagna. Ed è proprio il cosiddetto "campo largo" che oggi decide di calare l'asso a poche ore dal voto. Mentre si incrociano comizi e traiettorie elettorali tra le quattro province della Regione, da Roma arriva l'affondo: le opposizioni lanciano "insieme una legge di iniziativa popolare per riproporre il Salario minimo in Parlamento". A firmare la nota sono i leader di Pd, M5s, Verdi-Sinistra, Azione, +Europa e Psi. Che lanciano la sfida al governo: "vediamo se avrà il coraggio di affossare anche una legge firmata da centinaia di migliaia di cittadine e cittadini".
All'iniziativa comune, manca solo Italia Viva, che tuttavia è in corsa nel campo larghissimo in versione abruzzese. Il partito guidato da Matteo Renzi, però, non aveva sostenuto neppure l'iniziativa parlamentare dei partiti che ora chiedono il supporto dei cittadini. "Raccoglieremo le firme in tutte le città e anche online - spiegano i leader - per affermare un diritto sancito costituzionalmente ma tradito nel paese e dal governo Meloni". Schlein, dal palco di Pescara, parla con soddisfazione di un "fatto importante": "abbiamo deciso di rilanciare la nostra battaglia unitaria". Un concetto sostenuto da Giuseppe Conte che afferma "non molliamo".
La parola unità è il fil rouge che ha attraversato tutta la campagna elettorale del centrosinistra a sostegno di D'Amico. Parola che viene rilanciata con forza dai due vertici del Partito Democratico che posano accanto al candidato che in Abruzzo è riuscito a mettere insieme tutte le forze di una coalizione che al livello nazionale non c'è. A ribadirlo è il leader di Azione Carlo Calenda: "non crede che queste coalizioni riescano a governare l'Italia". Per l'ex ministro, "non esiste il campo largo", ma solo la convergenza su un "candidato ottimo". Il leader del M5s, però, sembra aprire: "stiamo costruendo un'alternativa di governo, andremo al governo con il Pd". Anche per Schlein, il voto in Regione "è degli abruzzesi per gli abruzzesi". Tuttavia, la leader democratica non rinuncia a gettare lo sguardo più in là: "noi continueremo a essere testardamente unitari". "In tutti i territori - spiega - stiamo cercando di darci questo metodo di apertura e di costruzione unitaria". E l'unità, il Pd, sembra averla ritrovata sul palco, dopo lo screzio interno sul terzo mandato. Bonaccini ricorda a Schlein i tempi passati: "non vogliamo più quelle stagioni in cui nel Pd si facevano la guerra e dalle nostre divisioni arrivavano le vittorie della destra". Lei risponde: "il Pd si muove unito". I due leader arrivano insieme in piazza a Pescara. In mezzo c'è il candidato. Sul palco accennano un balletto su Italodisco. "C'è entusiasmo", dice Bonaccini. Schlein è convinta di vincere. Il presidente dem parla di "nervosismo e preoccupazione" nel centrodestra in vista del voto. E si scaglia contro "lo scarso rispetto istituzionale del governo che schiera i ministri" nella campagna abruzzese. Il leader M5s avverte: "se Marsilio perdesse sicuramente sarebbe un duro colpo per Meloni".
I ministri del governo in campo in Abruzzo, però, non rispondono alle provocazioni. Casellati, Locatelli, Valditara e Lollobrigida stanno sui temi di competenza. Guardano dritto. Il vicepremier Matteo Salvini introduce una novità e lancia un "piano casa" su cui è al lavoro "100 mila nuove case a disposizione degli italiani, un piano da 300 milioni di euro per i comuni al di sotto dei 5 mila abitanti". Ancora un giorno per le scintille finali. La partita è aperta.
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