Promuovere l'integrazione delle
comunità albanesi, macedoni e kosovare in Abruzzo attraverso
iniziative di cultura, sport e consapevolezza rientrano tra gli
obiettivi dell'associazione culturale 'Rilindja', punto di
riferimento per gli immigrati provenienti dai paesi balcanici.
Alla guida del sodalizio c'è Abdula 'Duli' Salihi. Originario
di Tetovio, nei pressi di Skopje, capitale della Macedonia del
Nord, è arrivato in Italia nel 1994, a 7 anni, e si è stabilito
nell'Aquilano a Picenze, piccola frazione del comune di
Barisciano. "Sono arrivato in Italia per volontà dei miei
genitori - ricorda - per motivi di lavoro. Ho iniziato a
lavorare giovanissimo come mediatore linguistico, avendo
imparato subito la lingua italiana. Da oltre 15 anni lavoro
nell'edilizia e da 13 sono presidente di 'Rilindja', membro del
consiglio territoriale dell'immigrazione alla Prefettura
dell'Aquila, membro del tavolo interreligioso e della consulta
giovanile del capoluogo abruzzese".
Duli ha ricevuto anche un riconoscimento ufficiale da parte
del Ministero degli Esteri della Macedonia del Nord nel progetto
Mkart, che nasce dalle competenze relative alla diaspora.
"Inizialmente - ricorda - si chiamava 'Associazione culturale
macedone', ma nel 2018, su iniziativa dei soci, è diventata
'Associazione culturale Rilindja'. La sua creazione risale al
periodo successivo al terremoto del 2009, mirando a rispondere
alle esigenze delle comunità straniere che cercavano un punto di
riferimento nel territorio. Con la riorganizzazione degli
uffici, l'associazione ha svolto un ruolo cruciale
nell'orientamento degli stranieri". Un processo che fa i conti
con dinamiche in continua evoluzione. "Rimango ottimista
riguardo al futuro delle comunità macedoni, albanesi e kosovare
in Abruzzo e in Italia. La crescita delle liste Aire (Anagrafe
italiani residenti all'estero) all'estero potrebbe indicare una
tendenza all'emigrazione, ma la volontà politica e la
collaborazione tra le comunità possono contribuire a promuovere
una convivenza positiva e inclusiva. Il recupero demografico e
il riconoscimento dei diritti, come il voto agli stranieri,
potrebbero rappresentare passi significativi".
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