Era stato licenziato da dieci
giorni dall'Amadori e ieri mattina è stato arrestato: un
dirigente di alto livello del gruppo avicolo è accusato di aver
messo in piedi un'organizzazione, coinvolgendo probabilmente
anche altri dipendenti dell'azienda, per sottrarre grandi
quantità di carne. Si parla di un ammanco di 30 milioni di euro.
Attualmente si trova ai domiciliari. Lo scrive Qn-Il Resto del
Carlino.
Il dirigente aveva incarichi nell'intero gruppo, sia nello
stabilimento di San Vittore di Cesena sia in quello di Mosciano
Sant'Angelo, in provincia di Teramo. Il quotidiano riporta che i
sospetti per ammanchi di ingenti quantità di prodotti
circolavano da tempo ma non risultavano nella contabilità
aziendale. Una delle ipotesi è la messa in piedi di una sorta di
mercato parallelo al quale i commercianti potevano
approvvigionarsi a prezzi scontati e senza pagare l'Iva. A lungo
andare, però, il buco contabile sarebbe diventato talmente
grosso da non poter più essere mascherato. Così sarebbe scattata
la denuncia. Ieri l'arresto quando si sarebbe recato allo
stabilimento di Cesena per chiedere spiegazioni sul
licenziamento.
L'indagato, ora agli arresti domiciliari, sarebbe uno storico
dirigente Amadori. Insieme a lui sarebbero coinvolti anche altre
persone interne ed esterne all'azienda.
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