Il lupo avvistato nelle ultime
settimane a Spoltore è molto probabilmente un esemplare
'isolato' e la sua frequentazione della zona è un combinato di
diversi fattori. Tra questi il progressivo abbandono delle
campagne e l'insinuarsi delle realtà urbane nelle stesse,
abbinato alla presenza consistente delle prede preferite dai
lupi, ossia cinghiali e caprioli. Ma, come ben spiega Simone
Angelucci, il responsabile dei servizi veterinari del Parco
della Maiella, c'è anche altro: "Oggi la presenza dei lupi nelle
zone urbane è un topic in tutto il paese: il Parco è
all'avanguardia in Italia per il monitoraggio, con radiocollari
e il trattamento di questi fenomeni. C'è da dire che da Otranto
al nord l'aggirarsi di questi esemplari isolati è la conseguenza
del fatto che non tutti i lupi riescono a fare 'branco', e
quindi si 'arrangiano' a vivere in questa maniera. Staccandosi
dalle zone più consuete e trovando prede più 'facili', anche tra
i rifiuti. Ma in genere sono presenze che resistono solo qualche
settimana, non sono 'organizzate'. Oltretutto per i lupi non
sono situazioni facili e spesso non sopravvivono. A Caramanico
sappiamo di un branco di 14 esemplari in montagna, ma non si
vedono mai", chiarisce spiegando come in sostanza un branco
evita gli abitati e un isolato no.
Quindi si tratta di un fenomeno conosciuto e a ben vedere non
preoccupante per l'uomo, anche se tra Scafa e Turrivalignani ci
sono stati attacchi ad animali domestici. Per questo il
veterinario del Parco lancia una proposta: "Come Parco Maiella
siamo pronti a incontrare la cittadinanza di Spoltore per
parlare e spiegare. Noi abbiamo in essere due progetti come il
Wolf Next per il quale siamo capofila di 18 parchi nazionali e
il Life Wild Wolf, che riunisce 9 parchi europei - conclude
Angelucci - Un confronto al quale siamo sempre aperti, anche se
è difficile capire da quale zona possano provenire, giacchè sono
in grado di guadare il Pescara o calare dal Gran Sasso. Se ci
invitano, veniamo subito".
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