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Montagna, la sicurezza fra cambiamenti climatici e prevenzione

Montagna, la sicurezza fra cambiamenti climatici e prevenzione

Giornata con Cnsas e Cai per conoscere rischi e opportunità

L'AQUILA, 18 gennaio 2023, 17:54

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cambiamento climatico e aumento delle temperature potranno modificare frequenza e intensità delle nevicate che ad altitudini relativamente basse dovrebbero diminuire, con manto nevoso poco spesso, più umido e più denso; alle altitudini più elevate, invece, i cambiamenti di temperatura e precipitazione potrebbero essere più dinamici, con rapide oscillazioni tra gli estremi. Se ne è parlato nella Giornata nazionale 'Sicuri con la neve' domenica 15 gennaio, con il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) e il Club Alpino Italiano (Cai) impegnati a chiarire come sensibilizzare gli appassionati della montagna e prevenire gli incidenti. In Abruzzo gli incontri si sono tenuti all'Aquila e a Penne. Meno neve, hanno sottolineato i relatori, non significherà meno valanghe: un manto nevoso poco spesso potrebbe portare alla formazione di strati deboli persistenti all'interno del manto stesso. La frequenza di valanghe di neve bagnata potrebbe aumentare durante l'inverno. La giornata "Sicuri con la neve" viene organizzata ogni anno a gennaio per parlare non solo del rischio valanga, ma anche di incidenti su cascate di ghiaccio, ipotermia, scivolate su terreno ghiacciato.
    A parlare sono persone e organizzazioni che amano la montagna, perché "la prevenzione è prima di tutto un fatto di informazione".
    La diffusa volontà di "destagionalizzare la montagna", si è detto, deve andare di pari passo con la consapevolezza che la montagna invernale presenta rischi sia per gli scialpinisti sia per escursionisti con le ciaspole. E parlando di valanghe non bisogna limitarsi all'autosoccorso (uso di ARTVa - sonda - pala), ma puntare alla prevenzione, cercando di unire passione e prudenza.
    L'appuntamento all'Aquila, nella sede del Cai, ha visto la relazione scientifica del professor Paolo Tuccella, geofisico del Centro di eccellenza Cetemps dell'ateneo aquilano, che in tema di cambiamenti climatici nell'ambiente aquilano ha parlato dell'evoluzione storica del Ghiacciaio del Calderone sul Gran Sasso, il più a sud dell'emisfero boreale, ormai classificato glacio-nevaio, e del tipo di valanghe che ci si attende con la riduzione della stagione invernale come quella in corso.
   

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