(ANSA) - L'AQUILA, 16 GIU - Il ghiacciaio del Calderone, sul
massiccio del Gran Sasso, con la sua particolare posizione
biogeografica sta probabilmente agendo come uno degli ultimi
rifugi per specie legate agli ambienti freddi d'alta quota e per
questo rare e a ridotta distribuzione nella regione
mediterranea. Specie che sono, dunque, a forte rischio di
estinzione nell'attuale fase di riscaldamento climatico. E' di
prioritaria importanza continuare il monitoraggio in queste aree
per conoscere e proteggere una biodiversità a rischio di
scomparsa, come suggerisce uno studio coordinato dall'Università
di Milano e dall'Università dell'Aquila - pubblicato sulla
rivista 'The Holocene' nel numero dell'8 giugno 2022 - che
esplora la biodiversità sconosciuta nell'ultimo ghiacciaio
dell'Appennino.
Nell'attuale fase di riscaldamento globale, sottolineano gli
studiosi, le aree glaciali relitte sono uno degli ecosistemi più
minacciati al mondo. Sono ambienti unici, ricchi di biodiversità
di grande interesse dal punto di vista sia scientifico sia
conservazionistico: a questi risultati è giunto il team di
ricerca guidato da Barbara Valle dell'Università di Milano e
Michele Di Musciano dell'Università dell'Aquila, che ha
analizzato e monitorato le comunità vegetali e animali ospitate
nel Ghiacciaio.
Alcuni artropodi, come la nuova specie Desoria calderonis -
descritta nella ricerca dello stesso team pubblicata sulla
rivista scientifica 'European Journal of Taxonomy' - sono
particolarmente legati alla presenza di ghiaccio e quindi
estremamente sensibili ai cambiamenti climatici in atto. Tra le
piante, solo Arabis alpina è in grado di crescere sui detriti
rocciosi presenti sul ghiacciaio, grazie alle sue
caratteristiche uniche che le permettono di germinare e
sopravvivere in un ambiente estremo. (ANSA).