Bper annuncia la chiusura di
tredici filiali in Abruzzo: a lanciare l'allarme è la Uilca
regionale, la federazione dei bancari della Uil.
"Dopo le vicende della Banca Popolare di Bari - commenta la
segreteria Uilca Abruzzo -, che ha impoverito intere aree
interne dell'Abruzzo in termini di presenza degli sportelli
suscitando l'opposizione delle amministrazioni locali, delle
associazioni di categoria, dei sindacati e dei cittadini
interessati, ed in attesa di quello che sarà il piano di
salvataggio di Monte Paschi Siena, che minaccia di seguire la
stessa strada, in questi giorni la Bper Banca spa (azienda che
ci risulta sana), comunica la chiusura di 13 filiali sul
territorio abruzzese con una incidenza allarmante sui piccoli
centri e le aree interne dove sarebbe particolarmente necessaria
una presenza della filiale con personale bancario".
Quanto sopra, per il sindacato, è stato deciso "non
considerando minimamente la funzione sociale del sistema
creditizio tanto che, proprio laddove il tessuto economico
necessita di maggiori supporti, si verifica invece un lento
disimpegno. È storia nota che la Bper in Abruzzo ha acquisito la
ex Carispaq, la ex Bls e la ex Serfina. A seguito di queste
acquisizioni, la presenza sul territorio ed i livelli
occupazionali in passato detenuti da tali realtà aziendali hanno
subito - una volta entrate nell'orbita Bper - una forte
contrazione, che potrebbe rendere difficoltoso l'accesso al
credito da parte del tessuto economico regionale fatto di
famiglie, piccoli e medi imprenditori, risparmiatori, anziani".
Questo lento abbandono del territorio abruzzese per la Uilca
"risulta ancora più incomprensibile considerando la presenza di
importanti realtà, quali i presidi industriali (Val di Sangro),
portuali (Giulianova, Pescara), tessili (Val Vomano), agricoli
(Valle del Fucino), del turismo e non ultimo l'ampio cratere di
ricostruzione post terremoto dell'Aquila. Il primo punto sul
quale concentriamo la nostra attenzione è la ricaduta negativa
sui livelli occupazionali, ricaduta in ordine alla mobilità ed
alla professionalità che non possono essere derubricate come
conseguenze inevitabili dei nuovi scenari economici, ma vanno
gestiti con lungimiranza".
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