"La vicenda di Cefalonia, cui
anche l'Abruzzo ha pagato un pesante tributo di sangue, dimostra
che dopo l'armistizio i militari non sono andati a casa, non si
sono arresi, l'esercito non si è dissolto, ma ha anche
combattuto. E' importante dunque ricordare vicende come queste,
perchè non è stato sufficientemente riconosciuto il ruolo che ha
avuto l'esercito nella reazione contro i tedeschi e i nazisti".
Lo ha detto la storica Elena Aga Rossi, insignita del Premio
medaglia al valore storiografico, oggi alla caserma Pasquali
dell'Aquila, alla presenza del colonnello Gianmarco Laurengig,
comandante nono reggimento alpini, dell'assessore regionale
Guido Liris, del consigliere Ferdinando Colantoni, della storica
Maria Teresa Giusti che ha raccolto l'eredità della Aga Rossi e
di Raffaele Suffoletta, presidente del gruppo dell'Aquila
dell'Associazione nazionale ufficiali provenienti dal servizio
attivo (Anupsa), che ha istituito il premio, alla sua prima
edizione.
Il premio è stato rappresentato da una opera d'arte del
pittore umbro Lucio Manna. La consegna del premio ha inteso
ricordare anche l'eccidio di Cefalonia compiuto nel settembre
del 1943 da reparti dell'esercito tedesco a danno dei soldati
italiani della divisione Acqui presenti su quelle isole greche
alla data dell'8 settembre, giorno in cui fu annunciato
l'armistizio firmato dal governo Badoglio, che sanciva la
cessazione delle ostilità tra l'Italia e gli anglo-americani.
Elena Aga Rossi è stata docente di Storia contemporanea presso
l'Università dell'Aquila, di Padova, Pisa, Palermo, Roma "La
Sapienza" e Luiss. Allieva dello storico Renzo De Felice, è
vedova del sociologo russo Viktor Zaslavskij, con il quale nel
1997 ha pubblicato il saggio "Togliatti e Stalin", basato su
documenti inediti degli archivi sovietici. Tra le sue opere più
importanti "Una nazione allo sbando. L'armistizio italiano del
settembre 1943 e le sue conseguenze", "Cefalonia. La
resistenza, l'eccidio, il mito", e "L' Italia tra le grandi
potenze. Dalla seconda guerra mondiale alla guerra fredda".
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