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Moti aquilani: Molinari, mancato fronte politico unico

Moti aquilani

Moti aquilani: Molinari, mancato fronte politico unico

'Poche volte politica aquilana unita a difendere progetto città'

L'AQUILA, 01 marzo 2021, 11:55

Redazione ANSA

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Arcivescovo Giuseppe Molinari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Arcivescovo Giuseppe Molinari - RIPRODUZIONE RISERVATA
Arcivescovo Giuseppe Molinari - RIPRODUZIONE RISERVATA

"A 50 anni si apre un capitolo importante: bisogna chiedere con sincerità agli aquilani cosa hanno fatto per non essere bistrattati. E il soccombere porta con sé anche altri aspetti, ma soprattutto la mancanza di un fronte politico unico, insomma poche volte la politica aquilana si è trovata compatta nel difendere un progetto e una opportunità per la città. Cosa che accade invece a Pescara".
    Fa un'analisi sull'attualità lo storico ed amato arcivescovo metropolita in pensione, Giuseppe Molinari, aquilano doc ordinato sacerdote nel 1962, commentando i moti dell'Aquila del 1971, la sommossa popolare del 27 e 28 febbraio scoppiata per la contesa con Pescara sul capoluogo e sulle sedi degli assessorati della Regione appena insediata.
    Molinari, 82 anni, a riposo nella casa della sorella all'Aquila, è stato a capo della Curia aquilana dal 1998 al 2013. Dopo essere tornato da Rieti, dove è stato un vescovo molto stimato, prima di assumere l'incarico di titolare era stato coadiutore di monsignor Mario Peressin. Come durante il suo mandato vescovile, monsignor Molinari ha mantenuto la sua schiettezza e la sua verve che lo ha portato fin dalla sua ordinazione a condurre battaglie per la città dell'Aquila e del suo territorio.
    Nel sottolineare che "ogni passaggio storico di sviluppo è accompagnato da situazioni", monsignor Molinari spiega che "L'Aquila non ha intuito e non coglie sempre il meglio, siamo chiusi e a volte un po' provinciali". "Ad esempio, lo sviluppo Gran Sasso, se ne parla e non parte mai, per non parlare in quel sistema delicato, la realizzazione della cosiddetta terza canna, la terza galleria del Gran Sasso, per mettere in sicurezza gli importanti laboratori di fisica nucleare, che poi sfumò tra le polemiche, ed ora si è ancora alle prese con problemi di sicurezza. Mi dicono tante persone da fuori: ma se le bellezze che avete voi fossero a Milano, vivremmo di turismo".
    Il prelato ricorda che "anche sulla grande risorsa dei laboratori del Gran Sasso facemmo un convegno visto che sulla questione ci sono da sempre polemiche: pochi capiscono che in America sarebbe una realtà difesa da tutti". "Non si capisce che in America sarebbe un grande realtà difesa da tutti - continua -. Nel convegno che organizzammo sul Gran Sasso, lo scienziato Zichici disse che è la più grande opera italiana. A me in privato, mi confessò: non molli, se si ferma, si blocca la macchina di tutto il mondo. Bisogna tutelare la salute e il valore ecologico e ambientale. Le due cose devono stare insieme".
   

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