La Regione Abruzzo ha sospeso la
circolare prot. n.22436/21 del Dipartimento Sanità sulla
gestione di alunni e operatori scolastici su territorio
regionale con sospetta o accertata infezione da Covid. A
renderlo noto sono i rappresentanti delle organizzazioni
sindacali della scuola, Giuseppe La Fratta (Flc Cgil Abruzzo
Molise), Davide Desiati (Cisl Scuola Abruzzo-Molise), Antonio Di
Zazzo (Uil Scuola Rua Abruzzo), Carlo Frascari (Snals Confsal
Abruzzo) e Piera Di Cicco (Fgu Gilda Unams Abruzzo), che avevano
richiesto la convocazione urgente del Tavolo operativo regionale
dopo la comunicazione con cui l'Ufficio scolastico regionale
aveva trasmesso a tutte le istituzioni scolastiche il documento
in questione.
"Nell'incontro svoltosi oggi - scrivono in una nota congiunta
i sindacati - abbiamo evidenziato con forza le gravi difformità
di tali indicazioni rispetto a quanto previsto a livello
nazionale e le pesanti criticità che l'applicazione di tale
protocollo avrebbero comportato per le istituzioni scolastiche
della regione. In particolare, la circolare in questione
attribuiva illegittimamente ai Dirigenti scolastici la
responsabilità di allontanare l'alunno dalla classe e di
sospendere le attività didattiche in caso di positività
riscontrata attraverso un test di qualsiasi natura, invertendo
le procedure, che prevedono il necessario intervento dei DdP
delle ASL e degli Enti locali".
"Relativamente poi alla definizione di 'contatti stretti' e
alla gestione delle positività nelle classi - sottolineano le
organizzazioni sindacali - si operava una assurda distinzione,
per cui mentre nella scuola dell'Infanzia si continuavano ad
applicare i normali protocolli, nelle scuole primarie e
secondarie di I e II grado in caso di positività di un docente
non doveva essere disposta la sospensione delle attività
didattiche e i provvedimenti di quarantena. Lo stesso principio
avveniva per il personale ATA e per tutti gli operatori
scolastici presenti nelle scuole (assistenti alla comunicazione,
addetti alle mense)".
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