di Luca Prosperi
(ANSA) - PESCARA, 21 DIC - Tre vittime in un'azienda, non
nuova ad incidenti gravi, dove vengono trattati residuati
bellici. Sono morti oggi a Casalbordino, in provincia di Chieti,
per una tremenda esplosione che sarebbe avvenuta intorno
all'altoforno: erano in corso operazioni ordinarie quando
sarebbe accaduto qualcosa che ha provocato l'esplosione mentre
gli operai stavano smaltendo delle polveri. Avevano 45, 46 e 54
anni, e venivano dai paesi dei dintorni.
Il grave incidente si è verificato dopo pranzo presso la
Esplodenti Sabino, storica azienda da oltre 70 dipendenti che
cura, recupera e tratta polvere pirica derivata da bonifiche di
ordigni bellici e che ha rapporti in tutta Italia.
Ferrovia e statale 16 Adriatica bloccata per ore, evacuazioni,
zona rossa in attesa delle necessarie bonifiche da parte dei
vigili del fuoco e degli esperti del settore. Vista la tremenda
deflagrazione si era temuto un bilancio ancora peggiore, tanto
che dagli ospedali della zona erano state inviate ambulanze ed
elicotteri, ma non risultano feriti. Dopo poco è stata indetta
una riunione dalla Prefettura di Chieti con tutti i vertici
della sicurezza provinciale: il luogo dell'incidente con tutta
probabilità ricade sotto le norme della Legge Seveso 3, che ne
fa obiettivo sensibile e di particolare delicatezza.
La Procura di Vasto intanto si è già attivata per aprire un
fascicolo sull'accaduto, perchè sarà di particolare interesse
capire esattamente cosa sia successo. Le salme saranno traslate
solo domani, dopo che i vigili del fuoco potranno dare il via
agli artificieri per l'ingresso nella zona. Il sindaco ha
affermato che "siamo distrutti anche perché parliamo di una
azienda che fa della sicurezza il punto principe ma che
purtroppo ha anche l'incidente dietro l'angolo. Parliamo di una
fabbrica grande in venti ettari di terreno e dunque vasta, e con
un' alta incidenza di pericolosità. Per quanto di conforto tutte
le precauzioni sono scattate subito dopo l'incidente".
Morti, esplosioni e feriti alla Esplodenti non sono mancati
negli ultimi decenni: nel 1993 alcuni dirigenti furono arrestati
dalla Gdf per traffico di esplosivi, un operaio morì nel 1992,
due i feriti gravi nel 2009 e nel 2015 nella sede di Noceto
(Parma) altri due operai subirono fratture e ferite gravi a
seguito di una nuova esplosione.
Il tragico bilancio dei morti per esplosivo in Abruzzo si
allunga quindi: negli ultimi 28 anni sono 21 le vittime di
aziende del comparto dei fuochi d'artificio o del riciclo di
esplosivo. Tra queste spicca il nome di Maurizio Berardinucci,
eroico vigile del fuoco morto per le ferite dopo mesi dallo
scoppio di Cipressi di Città S.Angelo dove nella fabbrica di
fuochi d'artificio morirono in 4. Al suo nome è stata intitolata
la caserma del Corpo a Pescara.
Cordoglio per l'incidente è stato espresso dal presidente della
regione Abruzzo, Marco Marsilio, che ha lasciato i lavori del
Consiglio all'Aquila per raggiungere il luogo dell'esplosione, e
dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianluca
Castaldi, del Movimento 5 Stelle. "Un sincero abbraccio alle
famiglie delle vittime", ha poi scritto su Twitter il
sottosegretario al Ministero dell'Interno, Carlo Sibilia.
(ANSA).