"La Regione è sorda al confronto,
ora stato di mobilitazione". Così imprese e sindacati abruzzesi
sul metodo di approvazione delle misure economiche anti-covid da
parte della maggioranza di centrodestra nella seduta di ieri del
Consiglio regionale. In un nota, Agci, Casartigiani, Cia, Claai,
Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative,
Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl Uil e Ugl
accusano Giunta e Consiglio di aver "ignorate le nostre
proposte, dubbi sulle coperture della legge approvata ieri".
"Giunta e Consiglio regionale vanno avanti per la loro strada,
ignorando il confronto con le forze economiche e sociali che non
sia di pura facciata e le loro proposte. Una logica cui non è
sfuggito neppure il maxi provvedimento varato ieri a Palazzo
dell'Emiciclo, preparato nel chiuso delle stanze della politica
ed i cui effettivi benefici a favore di cittadini e imprese
abruzzesi sono tutti da verificare, soprattutto alla luce di
coperture finanziarie che paiono incerte e valutati i tempi di
erogazione che si annunciano tutt'altro che brevi. Ragioni di
metodo e di merito che spingono a dichiarare uno stato di
mobilitazione per ripristinare le giuste relazioni, di un pezzo
importante della società abruzzese - si legge ancora nella nota
-. Ragioni di metodo e di merito che spingono a dichiarare uno
stato di mobilitazione di un pezzo importante della società
abruzzese. E' l'atto d'accusa mosso a Giunta Marsilio e
Consiglio regionale da un pool di sigle che rappresenta la quasi
totalità del mondo economico, produttivo e sindacale
abruzzese.Uno schieramento variegato - lo compongono infatti ben
sedici sigle di agricoltura, artigianato, commercio,
cooperazione, piccola e grande industria, servizi, sindacati dei
lavoratori - si vede insomma tagliato fuori dal confronto con
l'esecutivo abruzzese".
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