(di Elisabetta Guidobaldi)
Un nonno che suonava il basso tuba, l'infanzia a Torino di Sangro (Chieti) dove 65 persone vivevano con la banda, poi il trasferimento a Milano. Un papà tranviere con la passione, anche lui, per la musica, che dai tram diventa "timpanista della Scala" e un bambino che quella musica l'aveva nel sangue. Il Maestro Donato Renzetti, classe 1950, parla nel suo camerino prima di entrare in scena per un'altra serata di successo al Teatro Lirico di Cagliari. Il soprintendente, Claudio Orazi, lo ha cercato e voluto per il debutto della stagione 2018. La sua orchestra, quasi 80 elementi, accompagna la Turandot, eseguita per la prima volta a Cagliari, e Suor Angelica. Questa domenica ultima giornata di repliche per le due opere. Si riparte il 6 aprile con la Madama Butterfly, sempre diretta dal Maestro Renzetti. "Da bambino, quando ero alle elementari, in un tema su cosa vuoi fare da grande - racconta il Maestro Renzetti in un' intervista all'ANSA - scrissi 'voglio fare il direttore d'orchestra". Mai parole di bambino furono così propiziatorie. "Il destino - racconta ancora il Maestro che non manca mai di richiamare il legame con la sua terra - mi ha portato a vincere il concorso Cantelli, io che ero cresciuto con il suo mito". Così nel 1980, il 30enne Donato Renzetti viene proclamato il vincitore assoluto del X concorso 'Guido Cantelli' del Teatro la Scala di Milano, intitolato a uno dei musicisti più promettenti del secondo Dopoguerra, e considerato l'erede artistico di Toscanini e De Sabata, morto il 24 novembre 1956 in una sciagura aerea ad Orly (Parigi) a 36 anni, appena una settimana dopo la sua nomina a direttore della Scala. Per Renzetti il premio Cantelli rappresenta uno dei più alti momenti dell'inizio della sua carriera. "Non riuscivo nemmeno a rendermi conto di cosa mi stesse accadendo", ricorda. Renzetti, 50 anni di carriera, torna anche ai suoi 13 anni quando suonava la batteria, o a quando ha cantato a Sanremo. E parla dei ragazzi, delle scuole, della cultura e del cambio di passo impresso dalla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari: "Nella cultura in Italia non si investe. E non è un modo di dire, è la realtà. Qui a Cagliari - spiega il Maestro - si è voluto investire sulle scuole. Cinquemila ragazzini, dai 6 anni in su, sono venuti da tutta la Sardegna ad assistere alla Turandot e a Suor Angelica. "La cosa incredibile - racconta con la luce che gli fa brillare gli occhi - è il silenzio totale e assoluto con cui questi bambini assistono alle opere. Tra questi cinquemila spero che almeno qualcuno possa sentire dentro la passione per farlo avvicinare a questo mondo". La stessa passione che traspira in ogni suo ricordo, in ogni sua parola. A Pescara insegna all'Accademia "dove - spiega Renzetti - c'è un'orchestra che tiene i miei corsi e fa tanti concerti". Anche nelle Marche, a Pesaro, ha la sua orchestra, la Filarmonica Gioachino Rossini "che sarebbe pronta a venire in Abruzzo, ma a Pescara manca un teatro", fa notare. Il Maestro muove la sua bacchetta e la musica parte, parlando lo stesso linguaggio dei testi scritti. E saluta: "Ci vediamo presto in Abruzzo".
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