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Un minuto di silenzio a Imola a 30 anni morte Senna e Ratzenberger

Un minuto di silenzio a Imola a 30 anni morte Senna e Ratzenberger

Tanti gli appassionati e tifosi accorsi all'autodromo romagnolo

ROMA, 02 maggio 2024, 11:00

Redazione ANSA

ANSACheck

Ayrton Senna - RIPRODUZIONE RISERVATA

Minuto di silenzio, alle 14.17 - proprio quando 30 anni fa Ayrton Senna si schiantò con la sua Williams, in un incidente mortale, alla curva del Tamburello - all'autodromo di Imola.

Presenti su quella striscia d'asfalto, per ricordare il pilota brasiliano e l'austriaco Roland Ratzenberger, morto il giorno prima in un incidente in qualifica, il vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, la ministra dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, il ministro delle Relazioni Estere della Repubblica Federativa del Brasile, Mauro Vieira e al ministro degli Affari Esteri dell'Austria, Alexander Schallenberg.

Alla cerimonia istituzionale, ancora il nipote di Ayrton, Bruno Senna; l'ad e presidente di Formula 1, Stefano Domenicali; il presidente di Formula Imola, Gian Carlo Minardi; il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini; il presidente ACI, Angelo Sticchi Damiani e il padre di Roland Ratzenberger.

A conclusione del minuto di silenzio sono stati deposti fiori alla Curva Tamburello e, successivamente, alla Curva Villeneuve, i punti degli incidenti mortali di Senna e Ratzenberger. Tantissimi gli appassionati di Formula 1 e motori accorsi per ricordare il trentennale della scomparsa dei due piloti sul circuito di Imola con un nutrita rappresentanza di tifosi brasiliani.

 

Tajani, Senna e Ratzenberger non erano personaggi effimeri

"Ayrton Senna, quel pomeriggio di 30 anni fa era convinto di vincere perché dentro la sua auto venne trovata la bandiera austriaca: voleva dedicare la sua vittoria a Roland Ratzenberger, il suo collega che era morto il giorno prima: questa è la dimostrazione di quanto lo sport possa e debba unire". Così il vicepremier e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, intervenuto alla celebrazione del 30/o anniversario della morte di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, all'Autodromo di Imola. Si tratta, ha argomentato, di "un messaggio di fratellanza, di amicizia, anche di sana competizione da svolgersi sempre con lealtà. Ayrton viveva di valori non era soltanto un grande atleta capace di vincere Gran Premi era un atleta completo perchè dentro di sè albergavano i veri valori dello sport ed è stato ed è, se tante persone sono qui, un esempio per i giovani". A giudizio di Tajani, "in questo mondo dove ci sono guerre anche alle nostre frontiere, c'è bisogno di donne e uomini che siano di esempio, portatori di pace, di valori positivi così come lo erano Ayrton e Roland, un ragazzo che aveva faticato a raggiungere la Formula 1 ma con grande determinazione, con grande impegno era riuscito a realizzare il sogno della sua vita che si è infranta purtroppo qui 30 anni fa".

F1: Tajani, Senna e Ratzenberger portatori di valori

 

"Credo che questa giornata rimarrà impressa in tutti quanti noi venuti qui a ricordare due grandi campioni. Che continuano a ispirare ancora oggi: non erano personaggi effimeri, che passavano nella storia dello sport ma sono personaggi che sono rimasti non solo nella storia dello sport ma anche nella storia per quello che hanno rappresentato". Così il vicepremier e e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, intervenuto alla celebrazione del 30/o anniversario della morte di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, all'Autodromo di Imola."L'Italia, l'Europa, il mondo - ha osservato - hanno bisogno di uomini così. Sono convinto che seguendo il loro esempio ce ne saranno tanti altri: dobbiamo sempre e comunque essere ottimisti, sempre e comunque essere costruttori di pace e difensori dei valori fondanti la nostra società. Senza i valori le società sono come quelle querce le cui radici sono mangiate dalle termiti e al primo colpo di vento quelle querce cadono. Noi vogliamo che la nostre società possano essere arricchite da donne e uomini che credono in quei principi" come Senna e Ratzenberger, ha concluso Tajani, "che ci stanno guardando dall'alto".

F1: Tajani, Senna e Ratzenberger portatori di valori

 

Senna e il dramma di Ratzenberger, e la F1 non fu più la stessa

Un week end da incubo per la Formula 1 a Imola lungo 30 anni. Quel maledetto Gran Premio da sempre nella memoria di tutti per la morte del mito Ayrton Senna, che sarà ricordato con una serie di celebrazioni al via già da ieri sera sull'Autodromo Enzo e Dino Ferrari dove oggi saranno presenti ministri e personalità del Circus, cominciò proprio il 30 aprile del 1994, e con un altro dramma: la morte del 34enne Roland Ratzenberger. Quello sfortunato pilota austriaco che, pur di coronare il desiderio di correre in F1, accettò la Simtek Ford, scuderia esordiente sponsorizzata da Mtv. Non si qualificò in Brasile, giunse 11° ad Aida. Poi arrivò Imola dove le qualifiche, a poche ore da un altro grave incidente a Rubens Barrichello, gli furono fatali.

In quell'assolato sabato pomeriggio qualcosa va drammaticamente storto nel momento peggiore e nel posto peggiore, dopo il Tamburello che a Imola fino al '94 si fa in pieno per arrivare poi sempre a full gas nella picchiata della curva intitolata a Gilles Villenueve. Da quella curva la Simtec del pilota austriaco non riesce ad uscire, l'ala cede e la monoposto, ingovernabile, si schianta contro il muretto della pista a oltre 300 all'ora con un angolo di impatto impossibile.

Una tragedia seguita il giorno dopo da quella ancora piu' eclatante - un vero choc per tutto il mondo - quella in cui perse la vita l'icona Ayrton e che contribuì ad un aumento drastico della sicurezza in Formula 1; di lì, una lunga era senza incidenti fatali.

La Formula 1, dopo quella due giorni tragica di Imola, non fu piu' la stessa, in tutti i sensi. Non c'era più il mito di Senna. Ma non fu piu' accettato che il rischio valesse la vita.

Il tutto grazie soprattutto all'opera del vecchio patron Bernie Ecclestone, della Fia e del suo ex presidente Max Mosley che istituisce la FIA Expert Advisory Safety Committee (comitato di sorveglianza sulla sicurezza). In quel periodo si capì, anche grazie a una leadership forte e incontrastata (Max Mosley e Bernie Ecclestone su tutti) che eventi simili avevano il potenziale di decretare la fine della Formula 1 per come si era abituati a concepirla, in termini economici e umani. Una presa di coscienza tradotta in azioni concrete che porterà ad avere una Formula 1 senza decessi per 20 anni.

Negli anni, poi, si è registrato un fiorire di innovazioni estremamente importanti, dalle cellule di sopravvivenza migliorate, al largo uso delle safety-car, fino al sistema Halo, che hanno rappresentato una profonda differenza.

Dal 1994 ad oggi, si è registrato un solo incidente mortale in 28 anni di sport ai massimi livelli: il francese Jules Bianchi in Giappone nel 2014 morto per una serie di eventi, come la presenza in pista di un trattore adibito alla rimozione delle monoposto. Ma non è tutto: nel 1996 la FIA contribuisce alla creazione dei protocolli di sicurezza Euro NCAP, ancora oggi fondamentali per valutare il livello di protezione delle automobili in commercio. 

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