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In evidenza
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C'è chi uscendo dalla sala ha detto, con una certa cattiveria, di aver apprezzato maggiormente di Jeanne du Barry il palazzo di Versailles e i costumi. Un giudizio troppo severo verso questo film dedicato alla famosa preferita di Luigi XV, interpretato dalla stessa regista Maïwenn e con il valore aggiunto di un Johnny Depp che torna per la prima volta sullo schermo dopo il processo contro l'ex moglie Amber Heard.
Tra dramma, commedia e melò, il film racconta in fondo una storia d'amore e di passione dentro le ferree regole dell'etichetta regale che cadono una ad una. Da un lato una brillante cortigiana piena di brio e voglia di naturale trasgressione e, dall'altra, un taciturno e sornione re davvero di poche parole che preferisce comunicare con le sole espressioni del viso ("Ho preso ispirazione dalle star del cinema muto come Lon Chaney, Buster Keaton e Charlie Chaplin", ha detto in un'intervista lo stesso attore).
Ambientazione classica e recitazione moderna, Jeanne du Barry va a pescare nell'evidente protofemminismo della protagonista e certamente indugia in quella grandezza della Francia che sarà spazzata via da lì a poco dalla Rivoluzione. Nonostante le apparenze, tra re e favorita nasce davvero l'amore, almeno così ce lo racconta Maïwenn. Anzi, come sostiene la stessa regista, Jeanne du Barry fu la prima donna a guardare il sovrano come un uomo e non come il re di Francia. Era soprattutto la bellezza a parlare per questa cortigiana detta l'Ange, 'l'angelo', così era soprannominata. E l'invidia fece il resto: su di lei vennero pubblicati pamphlet e libelli licenziosi, sonetti pornografici e finti memoriali. Anche Voltaire, il padre dei filosofi illuministi, era pazzo di lei.
Quando in una lettera la contessa gli invia due baci, replica il vecchio Voltaire: 'Che due baci, alla fine della vita. Quale passaporto vi degnate d'inviarmi! Due, è troppo uno, adorabile Egeria, io sarei morto di piacere al primo'. In questa volontà di mitigare il dramma, la regista omette nel finale di ricordare che la favorita fu ghigliottinata nel 1793 nell'attuale Piazza della Concordia. In quell'occasione, Madame du Barry, ci dicono gli storici, cercò di offrire tutti i suoi beni ai carnefici pur di salvarsi la vita, come le avevano fatto credere. Ma nonostante la confisca degli averi, la sentenza fu confermata; e si dice che negli ultimi istanti il coraggio l'abbandonò perché era davvero troppa la sua passione per la vita.
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