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(di Aldo Baquis)
PIETRO FRENQUELLUCCI, 'ISRAELIANI CONTRO. LA BATTAGLIA PER I DIRITTI UMANI PALESTINESI' (LEG, 252 PP, 20 EURO).
A pochi mesi dalla pubblicazione di una raccolta di interviste con figure di spicco nel movimento dei coloni ebrei in Cisgiordania ('Coloni. Gli uomini e le donne che stanno cambiando Israele') l'autore rivolge ora la propria attenzione al versante opposto della politica israeliana. Sulla scia delle elezioni del novembre 2022 vinte dalla Destra, egli raccoglie adesso le analisi, i progetti ed i timori fra quanti in Israele restano impegnati per una soluzione concordata del conflitto con i palestinesi.
Il panorama umano che emerge e' particolarmente composito. Vi sono quanti si sforzano di documentare puntigliosamente la espansione dei progetti edili per israeliani in Cisgiordania.
Altri raccolgono informazioni su infrazioni dei diritti umani dei palestinesi. Altri si offrono come 'scudi umani' per difendere gli agricoltori palestinesi da attacchi di coloni della Cisgiordania. Altri ancora cercano di imbastire un dialogo fra famiglie dei due popoli in cui gli uni e gli altri hanno perduto congiunti, nella speranza di gettare le basi di un futuro migliore.
Le idee sul tavolo, annota Frenquellucci, sono svariate: la soluzione a due Stati, uno Stato binazionale, un ritiro unilaterale come quello di Gaza del 2005, un ritiro dei civili israeliani dalla Cisgiordania assieme col mantenimento del controllo militare israeliano in aree strategiche.
Fra questi colloqui emerge con chiarezza che buona parte di quanti si impegnano per un accordo con i palestinesi hanno alle spalle un passato militare. Non solo i 'Padri fondatori' di Peace Now (il movimento pacifista nato nel 1978) ma anche suoi interlocutori importanti come l'ex Capo del Mossad Tamir Pardo, l'ex vice-capo di stato maggiore Yair Golan e Eli Safran, un paracadutista che nel 1973 era al fianco di Ariel Sharon quando l'esercito israeliano attraverso' il canale di Suez.
Il secondo elemento che si staglia in questi incontri riguarda lo status sociale degli intervistati. Fra di loro vi sono accademici, imprenditori di hi-tech, persone di successo. ''La sinistra in Israele oggi non esiste piu' '' gli viene detto, mentre nei sondaggi da mesi il partito laburista di Rabin e Peres oggi non riesce piu' a superare la soglia di ingresso alla Knesset. ''La questione palestinese ha subito in Israele un crollo di interesse''. Chi manca all'appello nella ricerca di una soluzione con i palestinesi sono i ceti proletari, le citta' periferiche e di sviluppo, senza i quali la Sinistra rischia di restare emarginata. Anche da questo discende il tono di viva preoccupazione raccolto fra molti dei suoi interlocutori.
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