/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

A Siracusa lo spettacolare 'Aiace' di Micheletti

A Siracusa lo spettacolare 'Aiace' di Micheletti

La tragedia di Sofocle si alterna con 'Elettra' di Euripide

ROMA, 11 maggio 2024, 19:56

di Paolo Petroni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Sono letteralmente un macello, con tutto insozzato di sangue e ovunque interiora e carcasse di animali, la scena e lo spettacolo nella lettura che Luca Micheletti fa di questo 'Aiace' di Sofocle nel grande scenografico spazio del teatro greco di Siracusa, dove ha aperto la 39/a stagione di spettacoli classici e sarà proposta a giorni alterni da stasera con la 'Fedra (Ippolito portatore di corona)' di Euripide e infine, dal 13 giugno, con la commedia latina 'Miles Gloriosus' di Plauto. Il macello è quello compiuto dall'eroe Aiace che è uscito di senno per la rabbia che le armi di Achille siano state date per ragioni di stato dagli achei a Odisseo e non a lui che ne sarebbe stato il naturale erede. Quindi la notte, deciso a uccidere i greci che lo hanno tradito, tradendoli lui stesso che della coalizione partita contro Troia fa parte, finisce invece per fare a pezzi gli armenti preda di guerra, sviato, accecato dalla dea Atena. La tragedia inizia col suo risveglio e la lenta presa di coscienza di quel che gli è accaduto, grazie anche alla stessa dea che glielo ricorda e spiega, quindi capire il proprio fallimento e disonore che lo porteranno a decidere che può ripararlo solo la propria morte. L'azione, quindi, è tutta quella del dramma interiore di Aiace e dell'assolutismo della sua etica eroica, cui verrà quasi contrapposto alla fine l'intervento pacificatore proprio dello stesso Odisseo, col suo spirito pratico e politico, come a segnare un passaggio di epoca. Non a caso il coro, composto dai marinai di Aiace, verso la conclusione intona un lamento sulla "pena incessante" delle fatiche "di questa esecrabile guerra" in cui "violenza levatrice di violenza" e l'inflessibilità eroica di Aiace insegnano "a distruggerci tra di noi". E forse, di questi tempi, sarebbe stato significativo puntare su una lettura che sottolineasse proprio questi aspetti e che vedesse nel protagonista laicamente l'esempio delle conseguenze di certi eccessi ideologici e umani. Allora ci sarebbero voluti probabilmente meno confusione di movimenti di massa e agitazione generale e dei protagonisti, meno rancore roboante e urlante come tende a interpretare Aiace lo stesso Micheletti, con una certa semplificazione melodrammatica, e come sottolinea l'accompagnamento musicale dal vivo composto da Giovanni Sollima, nella prima parte tutto inquietanti vibrazioni e ruggiti spaventosi, mentre ha buone soluzioni ritmiche e d'atmosfera per il canto del coro. Tutto in un crepuscolo di ombre lunghe con luci quasi radenti e momenti di grande effetto, come qualche danza, per esempio il sabba che saluta Aiace, sincopato, vitale col lancio in aria delle pellicce degli animali. Intimoriti forse anche dal grande spazio, si è puntato sulla forza spettacolare e su trovate essenzialmente di scenografia (firmata da Nicolas Bovey), con quella grande tenda insanguinata, le carcasse di animali, buttate poi in fosse aperte, e le interiora sparse dappertutto, fino a quando il telo cala e mostra grandi ossa umane, un teschio e un costato. È lo scheletro di Aiace esposto come su un monte mentre si discute della sua sepoltura, con Menelao capo degli Achei e Agamennone che la vogliono proibire per il folle traditore che ha avrebbe voluto assassinare tutti nel sonno e Teucro, fratello di Aiace, che come Antigone si vuole opporre al volere del re in nome della pietà e dei doveri religiosi. A lui poi si affianca Odisseo, invitando a non calpestare la giustizia e "offendere le leggi divine" in nome di "un odio feroce" verso quello che era diventato un nemico, ma sino allora era stato "l'uomo più valoroso tra tutti che siam venuti a Troia". Insomma, principalmente un gran spettacolo d'effetto visivo, di movimento, più che di senso e sentimenti, e in questo allestito e costruito senza risparmi e con abilità se, quando Aiace prima di suicidarsi gettandosi sulla spada vuol salutare il figlioletto, ecco che entra in scena tenera la figlia di 18 mesi dello stesso Micheletti, che invoca la mamma in un gioco tra finzione e realtà. E poi ci sono tutti gli altri interpreti, che tendono a essere più figure instancabili nell'agitato insieme che personaggi, pur nella personalità degli interpreti che cercano una loro strada, tra cui risaltano soprattutto l'Atena di Roberto Latini e in chiusura l'Odisseo di Daniele Salvo, con accanto il Teucro di Tommaso Cardarelli, l'Agamennone di Edoardo Siravo e la Tecmessa di Diana Manca.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza