Calorosi applausi, ieri sera, al
Teatro Modena di Genova per la prima italiana di "Il viaggio di
Victor" di Nicolas Bedos, una produzione del Teatro Nazionale di
Genova (con il Teatro di Napoli) firmata da Davide Livermore.
Uno spettacolo di forte impatto visivo ed emozionale, realizzato
con estrema raffinatezza. "Il viaggio di Victor" coinvolge in
scena due personaggi: un uomo che in un incidente ha perso la
memoria ed è alla ricerca di se stesso e una donna la cui
identità si scoprirà gradualmente in un crescendo di tensione
che porterà ad una verità dolorosissima per entrambi. E' dunque
un viaggio nella mente umana con squarci di ricordi che qua e là
affiorano, subito dopo annullati da una nebbia incombente.
Livermore racconta quello che lui ha definito in conferenza
stampa un "Requiem" con una scelta visiva originale e vincente.
Un grande specchio inclinato e posto sul fondo della scena
quasi spoglia, offre al pubblico due visuali contemporanee degli
attori e della scena stessa. Vediamo Victor e la donna davanti
in carne ed ossa e riflessi di spalle in un'analisi
introspettiva che in alcuni momenti grazie a un sapiente
utilizzo delle luci consente una narrazione teatrale persino
muta: così avviene ad esempio in una sorta di pantomima centrale
con i due interpreti che "danzano" in scena sulla base di una
musica (elemento sempre fondamentale nelle regie di Livermore)
che garantisce un "continuum" di indubbia suggestione.
La recitazione è quanto mai variabile nei toni e nelle
dinamiche con improvvisi scatti e accensioni che le luci
improvvisamente rosse rendono incandescente. Di grande poesia è
poi la scena in cui i due attori sdraiati a terra sono
proiettati dallo specchio in un letto e abbracciano il figlio:
lì la musica di Bach accresce il senso di disperazione, di
sogno, di amore. Bravissimi i due attori. Linda Gennari e
Antonio Zavatteri formano una coppia ineccepibile, garantiscono
un ritmo perfetto, mettono a disposizione dei personaggi voci
duttili e fisicità coinvolgenti. Con loro nella scena del letto
anche Diego Cerami. I costumi sono di Giorgio Armani, la scena
porta la firma di Livermore e di Lorenzo Russo Rainaldi. Video
maker D-Work e assistente alla regia Carlo Sciaccaluga. Da
citare anche la bella traduzione del testo realizzata da Monica
Capuani.
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