Cresciuto in una famiglia di stretta
osservanza cattolica, "educato dai barnabiti ma dichiaratamente
ateo (basta scorrere i suoi film, fin dai Pugni in tasca e Nel
nome del padre, per capire il suo rapporto con la religione
cattolica e le sue pratiche), Marco Bellocchio ha visto in
questa storia la possibilità di affrontare i nodi la Famiglia,
la Chiesa, il Potere che da sempre sono al centro del suo
cinema". Lo scrive il critico Paolo Mereghetti, curatore del
libro 'Rapito - Un film di Marco Bellocchio (Collana
Cinematografica Contemporanei - Edizioni Cineteca di Bologna),
in arrivo il 26 maggio in libreria, tre giorni dopo il debutto
mondiale del lungometraggio in gara a Cannes e un giorno dopo
l'uscita nelle sale italiane con 01 Distribution.
Il volume che ha i disegni di Marco Bellocchio, le fotografie
di Anna Camerlingo, i bozzetti delle scenografie di Andrea
Castorina e un'introduzione di Gian Luca Farinelli porta tra le
pieghe del film attraverso le testimonianze del cineasta
piacentino e dei due produttori, Beppe Caschetto e Simone
Gattoni; i saggi degli storici Alberto Melloni e Marina Caffiero
e la ricostruzione della sceneggiatura. Prodotto da Ibc Movie e
Kavac Film con Rai Cinema, 'Rapito', liberamente ispirato al
libro "Il caso Mortara" di Daniele Scalise (Mondadori), ci
riporta al 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, dove i
soldati di Papa Pio IX (Paolo Pierobon) irrompono nella casa
della famiglia Mortara. Sono andati a prendere Edgardo (Enea
Sala e Leonardo Maltese), bimbo di sette anni. Secondo le
dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte, a
sei mesi, il piccolo era stato segretamente battezzato. La legge
papale è inappellabile: deve ricevere un'educazione cattolica. I
genitori di Edgardo (Barbara Ronchi e Fausto Russo Alesi) fanno
di tutto per riavere il figlio e la loro battaglia assume presto
una dimensione politica. La storia del rapimento di Edgardo
Mortara - spiega Bellocchio - mi interessa profondamente perché
mi permette di rappresentare prima di tutto un delitto, in nome
di un principio assoluto, e la volontà disperata, e perciò
violentissima, di un'autorità ormai agonizzante di resistere al
suo crollo, anzi di contrattaccare".
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