VITTORIO ZINCONE, MATTEOTTI DIECI
VITE (NERI POZZA, PP. 336, EURO 20) Matteotti percepisce
l'arrivo della dittatura diciotto mesi prima della Marcia su
Roma e quattro anni prima delle leggi fascistissime. Cerca di
impedire l'ascesa di Mussolini. Viene ucciso il 10 giugno 1924,
rapito e accoltellato da un commando della Ceka fascista, la
polizia politica clandestina il cui elemento di spicco è Amerigo
Dumini. Mussolini è informato dell'assassinio ma finge di non
saperne nulla. Sette mesi dopo, il Duce si prende la
responsabilità politica di quell'omicidio.
Matteotti Dieci Vite, uscito per Neri Pozza nella collana I
Colibrì,
traccia un ritratto del leader socialista; l'uomo, elegante ed
energico, e il politico rigoroso; la vita, le molteplici
passioni, il pensiero, il carisma: "Matteotti è stato un ricco
proprietario terriero, un giurista appassionato di statistiche,
un amministratore locale e provinciale socialista, un soldato
antimilitarista, un organizzatore sindacale, un deputato
riformista, un polemista puntuto e il primo degli antifascisti.
È stato anche un marito e un padre", scrive Vittorio Zincone,
classe '71, giornalista e autore del libro.
Matteotti, un politico che "lottava, e lo ha fatto fino
all'ultimo giorno della sua vita, per uno Stato integro e sano.
Era sia contro il populismo sia contro la corruzione, sia per il
rispetto del diritto, sia per la soluzione concreta dei problemi
dei cittadini, avendo sempre ben presente la meta di una
trasformazione socialista del Paese", ricorda Zincone.
Matteotti "fu uno dei primi a comprendere la natura predatoria
delle squadracce nere, il loro legame con gli interessi
economici locali e l'immobilismo, o peggio la collusione, degli
apparati dello Stato. E poi l'evoluzione sempre più aggressiva
del fascismo, con l'attacco alle amministrazioni, la presa del
potere, lo svuotamento delle prerogative del Parlamento per
mezzo di un eccesso di decretazioni. Fu anche uno dei primi a
parlare di dittatura e a denunciare alla Camera i crimini di
Mussolini", spiega.
Zincone ha consultato testi, incontrato docenti, archivisti,
presidenti di fondazioni e studiosi, ha letto l'epistolario di
Matteotti, ha recuperato articoli e discorsi e nell'introduzione
dichiara:"In questo volume, ho cercato di esporre i fatti.
Scegliendo quelli che mi sembravano più rilevanti per capire
l'uomo e il politico Matteotti. È un flusso, quindi, a volte
molto denso, che attraversa trentanove anni, i pochi che ha
vissuto".
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