FABIO DE FELICE-ROBERTO RACE CHIARA
VALERIO, ''IL MONDO NUOVISSIMO, DIALOGHI SU ETICA E INTELLIGENZA
ARTIFICIALE (Luiss University Press, pp 172, 15 euro)
Un autentico sviluppo umano non deve dare il progresso solo
in termini economici e quantitativi. L'approccio deve essere
integrale. I rapidi cambiamenti che si stanno verificando non
possono non essere affrontati senza guardare allo sviluppo anche
in termini etici. E' con questo approccio che Fabio de Felice,
professore di ingegneria all'università degli studi di Napoli, e
Roberto Race, giornalista-comunicatore specializzato in
corporate strategy, hanno elaborato in una dialettica fatta di
domande e risposte il libro 'Il mondo nuovissimo, dialoghi su
etica e intelligenza artificiale', con un richiamo evidente al
visionario romanzo 'Il Mondo Nuovo' di Aldous Huxley ambientato
in un immaginario stato totalitario. Il volume affronta la
rivoluzione digitale nelle sue potenzialità e limiti guardando
alle prospettive aperte dall'Intelligenza Artificiale, in tutte
le sue sfaccettature, dalla dematerializzazione dell'arte
all'impatto che l'Ia potrebbe avere sul lavoro, dai rischi di
colonialismo digitale a quelli della censura democratica.
"La tecnologia - è il titolo di uno dei capitoli - non è
buona né cattiva". Ma bisogna essere consapevoli - ricorda nella
prefazione monsignor Vincenzo Paglia, presidente della
pontificia accademica della vita - che "le 'macchine
intelligenti' sono strumenti creati dall'uomo, non hanno carne,
non sono persone, per svolgere compiti specifici in modo
efficiente: non hanno emozioni, coscienza o un'antica
comprensione del mondo come la mente umana".
Al momento - spiega Fabio De Felice - la prospettiva di
scenari stile Matrix è molto lontana. L'Intelligenza Artificiale
è uno strumento. Non crea una coscienza e una sensibilità
alternative a quelle umane, ma solo capacità infinitamente
superiori di calcolo. Il rischio sta nelle modalità con cui
viene e potrà essere usata". Il riferimento fatto non è solo
alle fake news, ma alla possibilità di orientare l'opinione
pubblica in modo massivo, in un contesto globale. Una sorta di
nuovo colonialismo digitale. Con la rivoluzione digitale e l'IA
- viene ipotizzato - il dominio anche psichico di miliardi di
individui attraverso la massa di informazioni ricevuta dalla
rete diventa possibilità concreta e può dare vita a scenari
orwelliani da Grande Fratello: non quello televisivo ma
l'originale, descritto in '1984'.
C'è poi il tema della disuguaglianza che impone il governo di
questi nuovi strumenti, che però non vanno demonizzati. Per far
funzionare l'Intelligenza Artificiale serve l'uomo. Una macchina
a guida autonoma, ad esempio, ha bisogno di distinguere gli
oggetti, di chi etichetta dati per saper riconoscere persone,
strade, altre auto, eventuali ostacoli. A provvedere a tale
funzione è un nuovo 'esercito industriale di riserva', che le
grandi aziende internazionali utilizzano senza più
intermediazioni, profittando di un mercato globale del lavoro in
cui a fornire a poco prezzo la propria attività quotidiana per
10-12 ore al giorno sono giovani sudamericani, kenioti, indiani
o di altri stati con amplissime fasce di povertà e marginalità
sociale.
I temi affrontati nel libro sono molti. E tante anche le
domande affrontate. Il tempo dell'innovazione tecnologica -
spiega il libro - è diventato superiore a quello della sua
assimilazione da parte dell'Uomo. Come evitare un corto circuito
che, in un futuro lasci spazio a un universo virtuale fuori
controllo, sancendo la supremazia definitiva dell'algoritmo
sull'agire umano?
La seconda sezione del libro affronta i vari argomenti con
alcuni dei top manager più impegnati sul fronte
dell'innovazione: da Maximo Ibarra (Engineering) a Monica Poggio
(Bayer Italia) da Domenico De Rosa (Gruppo Smet) a Massimiliano
Cifalitti (Abb - Electrification Smart Power) da Stefano
Rebattoni (Ibm Italia) a Valentino Confalone (Novartis Italia)
e a Pierroberto Folgiero (Fincantieri). Una serie di interviste
che aiutano a capire come digitalizzazione e Ia siano già
pienamente operative nel mondo dell'impresa, con innovazioni a
vantaggio della collettività, tali da far immaginare un finale
positivo nella grande sfida che oggi ci appare uomo e algoritmo
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