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'Corpo vitreo', a Roma la genesi poetica di Michele Burato

'Corpo vitreo', a Roma la genesi poetica di Michele Burato

Dalla millenaria tradizione di Murano alla contemporaneità di forme e colori

15 maggio 2024, 13:58

Redazione ANSA

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Michele Burato - Reef (2013) - Galleria Abscondita Roma, © Lorenzo Vanzetti - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una tecnica artistica radicata nella millenaria tradizione dell’alto artigianato veneziano, legato a un materiale che nasce da sabbia e fuoco, ma stimolata da una sensibilità tutta moderna. È questa una delle chiavi di lettura della mostra ‘Corpo Vitreo’ di Michele Burato, una rara occasione per immergersi in un allestimento di manufatti contemporanei di vetro di Murano a Roma (dal 16 maggio al 29 giugno) presso la Galleria Abscondita. Si tratta di una mostra antologica che va dalla fine degli anni ’90 ai giorni nostri e presenta il percorso dell’artista e la peculiarità della sua ricerca sulle potenzialità delle tecniche e delle forme del vetro di Murano.

Michele Burato - Down Color (2006) Vetro di Murano soffiato, ossidi, smalti, murrine (Galleria Abscondita Roma, © Lorenzo Vanzetti)

 

"L’estetica di Burato - si legge in  una nota dei curatori - raccoglie le suggestioni moderne dell’action painting e dell’espressionismo astratto americano, del tachisme e dell’informale europei. Della lavorazione del vetro di Murano, esplora soprattutto colori e possibilità compositive senza utilizzare la materia del vetro in modo mimetico, ma genetico: nelle sue opere non c’è imitazione della realtà, ma ri-creazione di essa in un linguaggio poetico istintuale, che se vi accenna è solo per una mera forma di pareidolia, ovvero l'illusione subcosciente che tende a ricondurre a forme note oggetti o profili (naturali o artificiali) dalla forma casuale.

Michele Burato - senza titolo (1999) Vetro di Murano soffiato, canne di vetro e murrine, sabbiato (Galleria Abscondita Roma, © Lorenzo Vanzetti)

 

“Corpo vitreo – spiega in particolare Gabriele Frasca, direttore della galleria Abscondita - è il nome della sostanza anatomica trasparente che permette la rifrazione della luce dall’esterno alla retina, permettendo la visione del mondo che abitiamo. Così, le opere di Michele Burato filtrano e riflettono profondamente lo spirito, le esperienze e le passioni dell’artista – la sua attrazione per gli incontri, i viaggi e la sperimentazione. I vetri di Michele infatti sono corpi, con le proprie cicatrici, il proprio respiro e le proprie ombre: hanno una vitalità formale data da un’armonia organica, estranea alle precise simmetrie geometriche della tradizione muranese; hanno una vivacità cromatica pulsante, come la vita esperita nella sua forma originaria di impulso e desiderio”.

Michele Burato - Blue Eyes (2007) - Vetro di Murano “sommerso” soffiato, ossidi (Galleria Abscondita Roma, © Lorenzo Vanzetti)

 

Dopo una lavorazione meticolosa sulle trame policrome, le opere assumono la loro forma finale in fornace a Murano dove sono plasmate in sculture tridimensionali. "Burato è spazialista per ispirazione, informale per necessità plastica, espressionista astratto per urgenza creativa ed estetica".  L'artista (classe 1957) vive e lavora a Venezia. Nel 2022 ha vinto il premio Glass in Venice durante la sua partecipazione alla Glass Week presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti a Palazzo Loredan. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni private e pubbliche fra cui il Museo del vetro di Murano a Venezia, The Corning Museum of Glass di New York e Museum of Arts and Design sempre a  New York

(Si ringrazia il fotografo d'arte Lorenzo Vanzetti per la gentile concessione delle immagini tratte dal catalogo della mostra)

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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