(di Federico Colosimo)
L'obiettivo immediato è quello di "giocare un Major". Le Olimpiadi di Tokyo 2020 e la Ryder Cup 2022 rappresentano invece "un sogno", da coronare. Quanto al desiderio di trionfare per la prima volta sul circuito europeo, quello è diventato realtà lo scorso giugno: "In Svezia la mia vittoria più bella" ammette sorridendo. Renato Paratore è un predestinato: da sempre considerato una delle migliori promesse del golf italiano, s'è trasformato presto in una certezza. Romano e romanista, ha appena spento 21 candeline. Il regalo più bello, però, non è ancora arrivato. "Renatino" (così è soprannominato per la sua giovane età) ha le idee chiare. "Il prossimo anno - ammette - voglio qualificarmi a un Major". Traguardo sfumato per un solo colpo nel 2017. L'intenzione è dunque quella di riprovarci e soprattutto, rifarsi. Ma non solo. "Nel 2018 - spiega ancora Paratore - voglio cercare di essere più costante nei risultati e centrare un'altra vittoria". Magari durante la 75/a edizione dell'Open d'Italia, in programma dal 31 maggio al 3 giugno al Gardagolf Country Club (Soiano del Lago, Brescia), nella "tana" del suo grande amico Matteo Manassero (il più giovane golfista italiano - davanti proprio a Paratore - a vincere una gara sull'European Tour) oltre che di un altro azzurro, Nino Bertasio. "Sarebbe bellissimo, per noi italiani l'Open rappresenta una sorta di quinto Major. Darò il massimo". Il primo grande sigillo è arrivato, con l'atleta capitolino che al Nordea Master ha assaporato il sapore del trionfo. "E' stato incredibile, pensavo di andare a contendermi la vittoria al play-off ma il mio avversario (l'inglese Chris Wood, giocatore di Ryder Cup) mi ha fatto davvero un bel regalino". Un occhio al presente e uno al futuro. "Non sono riuscito a qualificarmi per Rio 2016 e le Olimpiadi rappresentano il massimo per ogni atleta. Farò di tutto per essere a Tokyo 2020 e godermi un'esperienza che, sono sicuro, sarà indimenticabile". La mission più difficile da centrare si chiama però Ryder Cup.
"L'edizione italiana della sfida Usa-Europa del 2022 rappresenta per il Paese un'occasione unica. Un evento speciale sognato da ogni nazione. Spero che questa rassegna possa dare una bella scossa al movimento. Per quel che mi riguarda non c'è nemmeno bisogno di dirlo. Giocarla, e per di più a Roma, nella mia città, sarebbe davvero unico". I suoi idoli golfistici sono Tiger Woods e Rory McIlroy (quello calcistico è sicuramente Francesco Totti). Ma una menzione particolare la meritano anche Costantino Rocca e Francesco Molinari, "due grandissimi". Vittorie, soddisfazioni e rinunce. "Il golf è anche questo". Gareggiare per tutta la stagione, in ogni parte del mondo, comporta sacrifici. Come quelli di stare lontano da famiglia, amici e affetti. Con i social network (adora Instagram) che servono a sentire meno la mancanza e "ad incuriosire la gente anche fuori dal green".
Calcato per la prima volta all'età di 8 anni da parte di Renato, latinista mancato (suo nonno Ettore è stato uno dei massimi studiosi di letteratura latina nel secondo dopoguerra), che vede nei giovani (come lui) della Nazionale italiana il futuro. "Nel nostro Paese - spiega - ci sono tanti ragazzi forti che secondo me possono arrivare in alto: Guido Migliozzi (vicentino classe 1997) e Luca Cianchetti (modenese del 1995) sono davvero promettenti". E un consiglio Paratore vuole rivolgerlo proprio ai giovanissimi. "Il golf richiede tanto, specialmente a livello di concentrazione. Ma regala fortissime emozioni. Detto questo, iniziate a giocare. Troverete luoghi speciali, ottima compagnia e tanto divertimento. Non ve ne pentirete".